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Censura Google su libro Fabrizio Gatti, vietato pubblicizzare inchiesta

20 maggio 2021 | 14.56
LETTURA: 3 minuti

Bloccata la 'sponsorizzazione' di un podcast colpevole di avere distribuito una intervista al giornalista autore di 'L’infinito errore. La storia segreta di una pandemia che si doveva evitare', edito da 'La Nave di Teseo' e già nella classifica dei libri più venduti. Elisabetta Sgarbi, 'C’è una grande differenza tra l’offesa gratuita e il diritto di critica, soprattutto quando questa critica è ampiamente documentata'

Censura Google su libro Fabrizio Gatti, vietato pubblicizzare inchiesta

Google Ads blocca la 'sponsorizzazione pubblicitaria' di un podcast che sarebbe responsabile di avere violato le regole sulla diffusione di informazioni sul coronavirus, avendo distribuito una intervista al giornalista Fabrizio Gatti, autore del libro-inchiesta 'L’infinito errore. La storia segreta di una pandemia che si doveva evitare', edito da 'La Nave di Teseo' e già nella classifica dei libri più venduti.

Lo rivela la stessa casa editrice spiegando che il proprietario del podcast avrebbe ricevuto un messaggio in cui si manifesta "la disapprovazione del video" relativo all'intervista dal momento che "gli inserzionisti devono rispettare le norme Google Ads quando pubblicano contenuti riguardanti il coronavirus (Covid-19), in particolare quelle relative agli eventi sensibili. Tali norme vietano qualsiasi contenuto che mostri intenti speculativi o manchi di ragionevole sensibilità nei confronti di questa crisi sanitaria globale”.

La Nave di Teseo segnala come con questa "motivazione generica" sarebbe dunque "impossibile poter fare pubblicità su siti, blog, podcast e negli spazi di proprietà di Google, per le idee contenute ed espresse dall’autore nel suo libro". In 'L’infinito errore' grazie a testimonianze e informazioni inedite – tra cui l’analisi di oltre diecimila documenti e l’accesso alle banche dati che registrano l’identità genetica dei virus – Gatti ripercorre l’intero viaggio compiuto dal coronavirus: dalle grotte infestate di pipistrelli ai laboratori civili e militari cinesi dove i nuovi agenti patogeni sono stati studiati in collaborazione con i centri di ricerca americani, australiani e francesi, fino alle nostre città, ai nostri ospedali, alle nostre case.

Commentando l'accaduto Elisabetta Sgarbi, direttore generale e editoriale della casa editrice, ricorda come il giornalista "ha documentato le responsabilità del regime cinese, dei governi alleati e dell’Oms nella ritardata risposta alla pandemia di Covid-19 che, come spiega il sottotitolo del libro, Cina, governi e Oms avrebbero dovuto evitare. Mi auguro che Google - proprio per la sua posizione di primo piano - possa contribuire a favorire la riflessione e la discussione sulla catastrofe sanitaria e umana che ha colpito il mondo. C’è una grande differenza tra l’offesa gratuita e il diritto di critica, soprattutto quando questa critica è ampiamente documentata”.

Quanto a Gatti, esprime "piena solidarietà ai colleghi che sono stati o saranno danneggiati economicamente, soltanto per aver dato spazio" al suo lavoro e si augura "che Google riveda al più presto la sua posizione". "Già dobbiamo sopportare il regime cinese e le conseguenze del suo mancato contenimento del nuovo coronavirus. Ritenere offensiva la mia documentata indagine su quello che è accaduto e ostacolarne in qualche modo una sua più ampia diffusione, come ha deciso Google, è - per il giornalista - l’ennesimo sintomo di una deriva molto preoccupante. Una volta superata con i vaccini l’infezione, come scrivo nel mio libro, dovremo difendere le nostre democrazie dal totalitarismo e dal monopolio digitale". Infine il presentatore del podcast, Daniele Rielli, definisce "molto preoccupante che si censuri il giornalismo d'inchiesta equiparandolo di fatto ai contenuti 'offensivi'. Questa vicenda ci fa riflettere sull'influenza che la dittatura cinese esercita anche nel dibattito pubblico italiano"

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