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Bankitalia taglia le stime del Pil 2014: +0,2% con rischi al ribasso. Ma il lavoro può crescere

18 luglio 2014 | 15.17
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E' quanto emerge dalle proiezioni per il biennio 2014-15 presentate nel Bollettino economico. Secondo palazzo Koch però la crescita tornerebbe ad espandersi dell'1,3% nel 2015. Stabili le prospettive nel mercato del lavoro con l'offerta in aumento "grazie al progressivo venir meno degli effetti di scoraggiamento che ne avevano compresso la dinamica nel 2013"

Bankitalia taglia le stime del Pil 2014: +0,2% con rischi al ribasso. Ma il lavoro può crescere

Bankitalia taglia drasticamente la stima della crescita per il 2014. Nelle proiezioni per il biennio 2014-15 presentate nel Bollettino economico, l'economia italiana crescerebbe attorno allo 0,2 per cento nell'anno in corso, "con rischi al ribasso". Tornerebbe poi a espandersi dell'1,3 il prossimo anno. E, in questo caso, la revisione è al rialzo. L'andamento sfavorevole nella prima parte del 2014, rilevano gli economisti di Via Nazionale, "ha comportato una riduzione delle stime per la media dell'anno". In prospettiva, "il miglioramento sarebbe reso possibile dall'affievolirsi degli effetti di aggiustamento di bilancio degli anni precedenti, dall'andamento favorevole degli scambi internazionali, dall'ulteriore attenuazione delle tensioni finanziarie e dalle nuove misure di politica monetaria adottate dalla Bce". Rispetto alle proiezioni pubblicate nel Bollettino economico dello scorso gennaio, le stime di crescita per il 2014 sono più basse di circa mezzo punto percentuale. La revisione risente soprattutto dell'andamento del Pil osservato nel primo trimestre e di quello stimato per il secondo. Le valutazioni per il 2015 sono invece più favorevoli di quanto prefigurato in gennaio, di tre decimi di punto, rispecchiando principalmente l'orientamento più espansivo della politica monetaria.

La crescita "continuerebbe a essere sostenuta dalle vendite all'estero, che si espanderebbero a ritmi elevati, favorite dal rafforzamento del commercio internazionale". Il quadro incorpora, tuttavia, "un aumento delle esportazioni inferiore a quello della domanda potenziale dei nostri mercati di sbocco; l'andamento risente della minore competitività di prezzo dovuta al livello fin qui raggiunto dal cambio dell'euro, che è solo in parte rientrato nel periodo più recente". Il ritorno alla crescita "dipende necessariamente anche da un rafforzamento della domanda interna". Nel quadro previsivo è incorporata una ripresa degli investimenti in macchinari e attrezzature (tornati a espandersi già nel primo trimestre del 2014, dopo circa tre anni di flessione), resa possibile dal miglioramento delle prospettive di domanda e delle condizioni di finanziamento. Procederebbero più a rilento gli investimenti in costruzioni, che risentono della persistente debolezza del mercato immobiliare. Nel complesso l'accumulazione di capitale, dopo una contrazione complessiva di circa il 13 per cento nel biennio 2012-13, tornerebbe positiva nel 2015. Alla ripresa degli investimenti contribuiscono due fattori: l'iniezione di liquidità a favore delle imprese derivante dai provvedimenti di accelerazione dei pagamenti dei debiti commerciali delle Pubbliche amministrazioni, nell'ipotesi che abbiano completa attuazione (l'effetto sul PIL è valutabile in poco più di mezzo punto percentuale nel biennio 2014-15), e gli incentivi all'accumulazione di capitale produttivo varati dal Governo con il decreto legge 24 giugno 2014, n. 91 (l'impatto di questi ultimi sarebbe di circa un punto percentuale sugli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto; mezzo decimo sul Pil).

Prospettive del mercato del lavoro stabili. "Le imprese intervistate dall'Istat non segnalano una ripresa della propria domanda di lavoro nei prossimi mesi. Sulla base di nostre valutazioni, la dinamica del costo del lavoro nel biennio 2014-15 si manterrebbe sugli attuali livelli", scrive Bankitalia nel Bollettino economico. Il miglioramento del quadro congiunturale, in sostanza, "impatterebbe solo gradualmente sul mercato del lavoro". L'occupazione "si stabilizzerebbe nel corso di quest'anno per poi tornare a espandersi lievemente nel 2015 (dello 0,3 per cento nell'intera economia; 0,5 nel settore privato)". L'offerta di lavoro "tornerebbe però a crescere quest'anno, grazie al progressivo venir meno degli effetti di scoraggiamento che ne avevano compresso la dinamica nel 2013, mantenendo ancora elevato il tasso di disoccupazione".

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