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Giovani industriali: "Via l'articolo 18 anche agli statali"

10 giugno 2016 | 10.50
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"Via l'articolo 18, anche dalla Pa" per contribuire alla caduta di quel "muro" eretto dalla crisi economica. Così il presidente dei giovani imprenditori, Marco Gay, al convegno di S. Margherita Ligure, il giorno dopo la decisione della Cassazione di escludere i lavoratori pubblici dagli effetti della riforma Fornero e del Jobs act sul regime dei licenziamenti senza giusta causa.

Quanto alla crisi, "si avverte fiducia in Italia e nell'Italia. I numeri ballano ancora, non lo neghiamo, un più o meno zero virgola ancora ci fa tremare, ma il clima è cambiato e vogliamo trasformare queste oscillazioni da prefisso telefonico in vero sviluppo" dice Gay, che ribadisce il suo "ottimismo della ragione" incitando per questo gli imprenditori under 30 a "rimettersi a correre". Perché "se c'è una cosa che non possiamo permetterci è andare troppo piano. Questo è il tempo di rilanciare, di osare, di intraprendere".

"La guerra è finita ma la pace è tutta da costruire" afferma Gay, certificando così la fine della lunga crisi che ha bloccato il Paese "in una stagnazione economica, sociale e politica". Un vero "muro" oltre il quale "migliaia di imprese si sono perse per strada" mentre si alternavano 5 governi in poco meno di 10 anni e con un'Europa "alla quale abbiamo dovuto ubbidire". Un muro che ora, dice, "sta crollando": via l'art.18, via il sistema pensionistico retributivo, via i vitalizi dei parlamentari, via il rigore di Bruxelles. "Solo qualche anno fa ci sarebbe sembrato impossibile", aggiunge.

Il presidente dei giovani industriali si schiera a favore del referendum costituzionale. "Quella del referendum - sottolinea - è l'occasione che non possiamo perdere".

"Oggi - prosegue - non è il tempo di chi pensa di trasformare una riforma in un congresso di partito, dei professionisti del tanto peggio tanto meglio. Oggi è il tempo di andare avanti". Ma avverte: "La nostra non è una cambiale in bianco verso l'uno o l'altro schieramento ma la possibilità concreta, a portata di mano, di chiudere la stagione delle riforme costituzionali e di accelerare quella delle riforme economiche. Lo diciamo chiaro, i prossimi 4 mesi non si possono trasformare in campagna elettorale infinita che tiene in ostaggio i provvedimenti per le imprese, il lavoro, i giovani".

Gay interviene anche sulla questione migranti. "Non dobbiamo alzare muri verso questa nuova umanità - dichiara senza mezzi termini - Dobbiamo invece integrarla, farne la nostra forza umana ed economica". E boccia l'Austria che "con una pericolosa demagogia" pensa a un muro anti migranti "creando così un doppio danno: economico all'export e morale e politico". Invece, "non dobbiamo dividerci, nell'era della paura costante. La sola paura deve essere quella di vedere le imprese chiuse, perché lì nasce la violenza e la povertà".

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