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Ue: Mammone, Renzi cerchi alleati, crescono partiti antisistema

02 marzo 2016 | 13.11
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Matteo Renzi (foto Afp)
Matteo Renzi (foto Afp)

Il governo guidato da Matteo Renzi dovrebbe lavorare di più per trovare alleati nella sinistra europea, per creare "una sorta di gruppo" di Paesi mediterranei contrari alla linea dell'austerity a prescindere. E, pur non avendo un passato scintillante per performance macroeconomiche e di bilancio, dovrebbe insistere sull'inefficacia delle politiche europee dispiegate finora, che non hanno "migliorato la situazione economica e sociale dei cittadini" dell'Unione. Politiche che non fanno altro che alimentare la crescita dei partiti antisistema, anche di estrema destra, una questione cruciale che "nessuno in Europa vuole vedere né discutere", cosa che lascia "sempre più stupiti".

Così Andrea Mammone, docente di Storia dell'Europa alla Royal Holloway University of London, studioso dei movimenti di estrema destra, legge le mosse del governo italiano, che ha pubblicato recentemente un 'position paper' per delineare la propria visione dell'Europa.

"Non so quanto" la posizione del governo italiano "sia stata presa seriamente", spiega lo storico all'Adnkronos. L'analisi della situazione europea fatta nel documento "mi sembra abbastanza corretta: si dice all'inizio che ci sono problemi da parte dei cittadini europei a percepire i motivi per cui si sta nell'Unione. E si dice chiaramente, cosa che il documento dei cinque presidenti non dice, che gli interessi nazionali sono prevalenti sul bene comune", affermazione che "è chiaramente una critica diretta del governo italiano ad alcuni interessi nazionali", non esplicitati ma facilmente intuibili (quelli della Germania).

Italia dice chiaramente che così l'Europa non va

Nel documento si dice anche "che bisogna ricostruire la fiducia tra i cittadini e tra gli Stati europei e questa - continua Mammone - mi sembra una critica a qualcuno, forse ancora alla Germania. A differenza del documento dei cinque presidenti, dove si dicevano sostanzialmente le solite cose, qui si dice chiaramente che indicatori cruciali come impiego, produzione industriale e investimenti sono molto lontani dai livelli pre crisi in alcuni Stati europei. Viene detto in modo molto chiaro che l'Europa così non va".

A livello di contenuto, prosegue Mammone, "l'analisi della situazione sociale e politica dell'Europa è chiara e dicono che così crescono i voti anti sistema. Purtroppo questa è una questione che nella leadership europea, che sia la Germania o il presidente del Parlamento o quello della Commissione, nessuno vuole vedere né discutere". Lo studioso dei movimenti di estrema destra è "sempre più stupito di come questa non sia una questione centrale del dibattito politico europeo: purtroppo non se ne parla e purtroppo un documento come questo non suscita dibattito".

A Bruxelles molti ritengono che il documento contenga spunti interessanti, ma che sia inficiato dalla scarsa credibilità dell'Italia, che chiede flessibilità sui conti . Per Mammone, questo "si può comprendere, visto che le osservazioni vengono dall'Italia, un Paese che non ha avuto performance macroeconomiche di cui vantarsi". Ma il governo italiano "secondo me dovrebbe spingere ancora di più e ribattere: 'Va bene, noi non abbiamo fatto benissimo tutti i compiti a casa prima, ma le politiche europee portate avanti finora hanno o non hanno migliorato la situazione economica e sociale degli europei? Siamo a livelli minimi di investimento e di impiego, ci sono partiti estremisti che guadagnano voti anche più che durante il picco della crisi. Questo è vero o non è vero?'".

Italia punti su Pigs e crei gruppo per far sentire la propria voce

Tuttavia, Roma da sola non va da nessuna parte: "Se neanche i gruppi politici del Parlamento Europeo si sono riuniti per discutere la proposta italiana - dice Mammone - per quanto generica in vari punti, vuol dire che in realtà non c'è molto da dire, la cosa si commenta da sola. Senza alleati non si va avanti". L'Italia "dovrebbe puntare sui Pigs e simili e fare una sorta di gruppo: il Portogallo e la Grecia sono a sinistra; la Spagna non proprio, ma il centrodestra spagnolo non se la passa bene. Dovrebbero cominciare a far sentire la voce di questi Paesi. Sempre considerando la minaccia della scure tedesca, per cui potrebbero avere tutti paura".

E comunque, continua Mammone, "andrebbe anche discusso questo ruolo egemonico della Germania, che vuole esercitare non direttamente, ma per interposta persona. Se si assumessero direttamente la responsabilità di quello che stanno facendo, sarebbe meglio. La guida tedesca è una guida economica, non politica come era quella precedente, franco-tedesca. Oggi l'Europa non può essere solo un'Unione economica: l'hanno chiamata con un trattato Unione Europea, dove si legge chiaramente che l'Ue è un'unione politica".

Tuttavia, "se leggiamo sia il documento italiano, che quello dei cinque presidenti, l'enfasi è comunque sull'unione monetaria e fiscale. Esiste però una dimensione politica e sociale che non si evince da nessun documento". Invece, il governo di Matteo Renzi "dovrebbe insistere sulla dimensione sociale e politica dell'Europa". Perché "nella dimensione politica, peraltro, non ci può essere l'egemonia di alcuno, se mai si andrà un giorno verso l'unione politica. Cosa di cui dubito - conclude - perché con le concessioni alla Gran Bretagna si crea un precedente per un'Unione a più velocità".

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