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protocollo anti-caporalato per rider ma venerdì 24 ore sciopero, vogliamo contratto

24 marzo 2021 | 19.31
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protocollo anti-caporalato per rider ma venerdì 24 ore sciopero, vogliamo contratto

Un passo avanti verso la legalità anche se la strada per un contratto vero appare ancora lunga e tortuosa: il protocollo contro il caporalato, l’intermediazione illecita e lo sfruttamento lavorativo nel settore del food delivery, firmato oggi da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Assodelivery, infatti, tenta di arginare l'illegalità nel settore ma non può risolvere il nodo a monte della partita, e cioè la definizione di un contratto nazionale con cui riconoscere ai rider un rapporto di lavoro dipendente con i diritti e le tutele che gli sono propri.

I ciclofattorini, restano al momento invece lavoratori autonomi e il contratto di riferimento, contestato da molti sindacati, è quello siglato tra Ugl e Assodelivery. Ed è proprio per rivendicare maggiori tutele contrattuali che venerdì i circa 30mila rider, incroceranno le braccia: nessuna consegna a domicilio per 24 ore. Una protesta che coinvolgerà piu' di 30 citta' italiane, sostenuta da RiderXiDiritti ma appoggiata anche da Uiltucs e Slang Usb. "Abbiamo bisogno del vostro supporto, non ordinate. Stiamo lottando affinché siano riconosciuti i nostri diritti", si legge in una lettera aperta resa pubblica nei giorni scorsi.

Tornando al Protocollo sulla legalità, "un risultato importante" come lo hanno definito all'unisono i sindacati, sono tre i punti chiave dell'intesa: l’impegno delle aziende aderenti ad Assodelivery ad adottare un modello organizzativo idoneo a prevenire comportamenti scorretti all’interno di un’azienda, e l'adozione di un Codice Etico; l'impegno delle piattaforme a non ricorrere ad aziende terze, almeno fino a quando non verrà creato un apposito albo delle stesse piattaforme; la costituzione di un Organismo di Garanzia con il compito di vigilare in posizione di terzietà sulle dinamiche lavorative dei riders e riportare eventuali specifiche segnalazioni alla Procura della Repubblica.

Un organo, questo, che dovrà lavorare in stretto collegamento con il tavolo di Governance e Monitoraggio, del quale fanno parte anche i rappresentanti dei lavoratori, oltre che le aziende. Intanto per il l’1 aprile prossimo il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha convocato l'Osservatorio permanente in materia di tutela del lavoro tramite piattaforme digitali, mai attivato fino ad oggi. Nessuna convocazione invece per ora del tavolo di confronto vero e proprio sui rider

"Troppo tempo è stato perso su questo tema", lamentano Cgil Cisl e Uil che sollecitano governo e controparti a continuare a lavorare per chiudere in tempi brevi il dossier con cui sancire una vera contrattazione tra le Parti. "Sarebbe paradossale se parallelamente all’avvio di un percorso che afferma la legalità e contrasta lo sfruttamento in questo settore, si continuasse ad utilizzare modelli contrattuali che, nelle circostanze date, favoriscono implicitamente l’insinuazione di soggetti illegittimi nell’intermediazione del lavoro", dicono ancora

Soddisfatto il ministro Orlando."Il protocollo costituisce una punto di riferimento molto importante e, mi auguro, costituisca anche un precedente per compiere altri passi nella direzione che viene qui definita", dice. E soddisfazione la esprime anche Assodelivery, l'associazione che riunisce le principali piattaforme di food delivery in Italia (Deliveroo, Glovo, Uber Eats e Social Food). (segue)

"Siamo in prima fila nella lotta al caporalato e questo è un altro passo avanti nella tutela del lavoro dei rider, per combattere l’illegalità”, dice il presidente di Assodelvery Matteo Sarzana che conferma la partecipazione ai lavori dell’“Osservatorio Nazionale permanente sul lavoro tramite piattaforme digitali".

Soddisfatta anche l'Ugl che auspica come sul protocollo il ministero del lavoro "consolidi la propria opera di controllo e vigilanza, anche ricercando nuovi strumenti operativi vista la peculiarità del settore”.

A commentare l'accordo e a sollecitare il confronto sul contratto collettivo nazionale, infine, anche l'ex ministro del lavoro, Nunzia Catalfo che ricorda come fu il Salva imprese del 2019 a estendere a questa categoria il diritto alle ferie, alla malattia e più in generale le tutele tipiche del rapporto di lavoro dipendente. Ma non riuscì a chiudere il tavolo sul contratto. Per questo, conclude Catalfo, "spero che l'accordo di oggi possa rappresentare un primo passo per la riapertura di un tavolo di trattativa, che conduca alla sottoscrizione di un contratto collettivo nazionale".

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