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Ubi Banca, in assemblea vincono i fondi. Massiah: "Solo una fusione su due ha successo"

02 aprile 2016 | 20.54
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Assemblea Ubi Banca - (Fotogramma)
Assemblea Ubi Banca - (Fotogramma)

I fondi battono i soci storici all'assemblea di Ubi Banca. Con il 51,10% dei voti la lista di minoranza presentata dagli investitori istituzionali per il rinnovo del cds ha vinto su quella dei 'pattisti', che avevano raggruppato circa il 17% del capitale presentando una lista di maggioranza unitaria e confermando Andrea Moltrasio alla presidenza. Dunque, hanno dato un segnale forte, facendo pesare il loro 40% circa nel capitale dell’istituto.

Per la composizione del nuovo consiglio di sorveglianza non cambia molto: entrano i primi dodici nomi del 'liston', che ha preso il 48,48%, insieme ai tre dei gestori (Giovanni Fiori, Paola Gannotti, Patrizia Giangualano). "Una discontinuità evidente" ma anche "una sconfitta che fa piacere" perché presuppone nuove sfide, sono le parole a caldo di Moltrasio, che vede il binomio tra il mondo cooperativo presente in assemblea - si è raggiunto il picco di presenza con il 48,9% del capitale - e i nuovi investitori come "estremamente positivo".

Secondo Victor Massiah, consigliere delegato, "non c’è antagonismo" perché i fondi hanno portato candidati di minoranza, certo è che anche loro adesso avranno voce in capitolo nelle strategie del nuovo piano industriale della banca. L'obiettivo è presentarlo entro il primo semestre e, al contempo, verificare "la fattibilità" della soluzione della banca unica, soprannominata 'bancone', per approdare a un’integrazione delle strutture che porta a "significativi risparmi" ed è piuttosto gradita dalla Bce.

Il tema fusioni tra banche - Poco sul fronte aggregazioni e operazioni 'sistemiche'. "Non c’è nessun dossier sul tavolo", dice Massiah alla platea, ribadendo che "solo una fusione su due ha successo". La banca non ha ricevuto "pressioni dirette" dal governo per una fusione con Mps o Carige, oppure per partecipare ai consorzi per gli aumenti di capitale di Bpvi e Veneto Banca. Ad ogni modo, per il futuro, "non si può escludere o includere nessuno, abbiamo rispetto per tutti e dobbiamo vedere se ci sono storie compatibili con la nostra", aggiunge Massiah.

Moltrasio, a sua volta, chiarisce che "la cosa più importante è che con il nuovo mandato si abbia bene in testa che tipo di banca e di missione si vogliono realizzare: ora che torneremo a confrontarci con i nostri soci per il piano industriale è più facile avvicinare qualcuno per crescere, perché una crescita è necessaria".

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