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Lavoro: in paesi G20 crisi occupazione continua e compromette ripresa

09 settembre 2014 | 13.35
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Rapporto di Ilo, Ocse e Banca mondiale in vista riunione ministri del Lavoro a Melbourne.

Lavoro: in paesi G20 crisi occupazione continua e compromette ripresa

Nei paesi del G20, l’ampia e persistente mancanza di posti di lavoro, sia in termini di quantità che di qualità, sta compromettendo la ripresa della crescita economica. E’ quanto sostiene il rapporto 'G20 labour markets: outlook, key challenges and policy responses', preparato da Ilo, Ocse e Banca mondiale per la riunione dei ministri del Lavoro che si terrà a Melbourne il 10 e 11 settembre.

Nonostante qualche recente miglioramento, la lenta ripresa dalla crisi finanziaria dimostra che molte economie del G20 stanno ancora affrontando il problema della mancanza di posti di lavoro, che persisterà almeno fino al 2018. Con oltre 100 milioni di persone ancora disoccupate nei paesi del G20 e 447 milioni di 'lavoratori poveri' che vivono con meno di 2 dollari al giorno nelle economie emergenti del G20, la fragile performance del mercato del lavoro sta minacciando la ripresa economica in quanto frena sia i consumi che gli investimenti.

Dal rapporto emerge che, nella maggior parte dei paesi G20, la crescita dei salari è rimasta molto indietro rispetto alla crescita della produttività, mentre le disuguaglianze salariali e di reddito sono rimaste elevate se non addirittura aumentate. In molte economie avanzate del G20, i salari reali sono in stagnazione, o addirittura diminuiti. Nelle economie emergenti del G20, avverte lo studio, gli elevati livelli di sottoccupazione e di informalità stanno compromettendo sia i risultati attuali che la futura produttività.

“Il lavoro è alla base della ripresa economica”, afferma il rapporto. “I paesi del G20 - si afferma - hanno bisogno di più posti di lavoro e di migliore qualità per avviare una crescita sostenuta e garantire il benessere delle loro società”.

Nonostante la lenta crescita generale, molte economie emergenti hanno registrato progressi nella riduzione della povertà assoluta e alcune sono riuscite a ridurre anche le disuguaglianze di reddito. Tuttavia, l’occupazione informale resta il principale ostacolo al miglioramento della qualità del lavoro, in particolare nei paesi emergenti e in via di sviluppo.

Guardando al futuro, secondo il rapporto, l’obiettivo di una crescita sostenibile, equa e inclusiva richiede misure trasversali in tutti i principali settori che possano migliorare produttività e salari, opportunità di lavoro, in particolare per quei gruppi più duramente colpiti dalla crisi o più vulnerabili.

"I cambiamenti demografici, come il rapido invecchiamento della popolazione in alcuni paesi e l’aumento della popolazione giovane in altri, implica anche - si sottolinea - la necessità da parte dei governi di adottare misure che promuovano la partecipazione al mercato del lavoro delle donne, dei giovani e di altri gruppi vulnerabili, il miglioramento delle loro competenze e il sostegno alla ricerca di un lavoro".

Il rapporto evidenzia anche questioni che necessitano di ulteriori misure come la protezione sociale, il dialogo sociale, i diritti del lavoro e la sicurezza sul lavoro.

La creazione di posti di lavoro di qualità e una solida ed equa crescita sono obiettivi interconnessi, conclude lo studio: “Per invertire questo trend, che si autoalimenta, di crescita lenta, ridotta creazione di occupazione e bassi investimenti sono necessari interventi rivolti sia alla domanda che all’offerta del mercato del lavoro. Inoltre, questi interventi sarebbero più efficaci se venissero presi in maniera coordinata a livello di G20”.

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