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Professioni: Calderone a giovani consulenti, futuro è per voi

27 novembre 2015 | 17.36
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Marina Calderone, presidente del consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro
Marina Calderone, presidente del consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro

Una professione in crescita, con sempre più spazi di attività, a cominciare dalle novità del Jobs act. E che offre grandi opportunità ai più giovani. E' il messaggio che Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, ha lanciato, a Roma, alla platea di oltre 600 delegati riuniti in occasione dell'assemblea dei consigli provinciali dei professionisti.

"I giovani colleghi -ha spiegato Calderone a Labitalia, a margine del suo intervento- hanno mille opportunità, che sono quelle che la categoria mette a disposizione, in un percorso che negli ultimi 50 anni ha proprio caratterizzato quella che è la crescita culturale, tecnica e professionale dei consulenti del lavoro".

Calderone ha ripercorso le diverse tappe della professione di consulente. "Da un'attività definita nella legge 12 del 1979 di amministrazione delle aziende siamo diventati -ha sottolineato- quei professionisti che nell'ambito del mercato del lavoro hanno una serie di competenze aggiuntive, che sono quelle che poi ci consentono a pieno titolo e giustamente di gestire totalmente il capitale umano d'impresa, ma soprattutto anche di valorizzare quella che è la vocazione dei consulenti alla deflazione del contenzioso in materia di lavoro".

"I giovani -ha aggiunto Calderone- hanno le nostre commissioni di certificazione, le funzioni di conciliazione e arbitrato, le nuove funzioni riconosciute dal Jobs act ai consulenti del lavoro che vanno 'lette' come un pacchetto di opportunità importanti per gestire che sono le sfide del futuro". Quindi, per Calderone, il Jobs act "regala" ai professionisti "una nuova dimensione delle politiche mercato del lavoro, dalle politiche passive a quelle attive, e i consulenti del lavoro con le loro strutture saranno nuovamente a disposizione dello Stato del governo e delle istituzioni. Ai giovani non resta che cogliere tutte queste opportunità, metterle a sistema, fare rete tra loro e valorizzare un impegno costante della categoria all'efficienza e alla qualità della professione".

E all'appuntamento è intervenuto anche il presidente della Fondazione Studi dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca, che ha sottolineato la voglia di implementare la base informatica delle attività per essere sempre al passo coi tempi, fornendo servizi di qualità agli iscritti: "Il futuro è fatto di modernità di strumenti, comunicazione e contenuti. Un trinomio su cui Fondazione Studi punta quotidianamente nelle sue attività e che sta alla base, per esempio, della piattaforma Asseco per l'asseverazione contributiva e retributiva dei rapporti di lavoro".

"L'Asseco -ha ribadito De Luca- ha raggiunto in quasi 2 anni un buon numero di consulenti del lavoro asseverati e di aziende asseverate, mentre avanzano sempre più richieste di asseverazione da aziende non seguite da consulenti. E' su questo che bisogna puntare per promuovere i principi di legalità e di lavoro etico".

E Calderone ha ribadito la tolleranza zero contro gli 'abusivi' nel 'mondo' dei consulenti del lavoro. "La tolleranza è e deve essere zero nei confronti di chi esercita abusivamente la nostra professione: il mercato delle professioni dell'area giuridico-economica è quella maggiormente aggredita -ha spiegato Calderone- dalle realtà e società di servizi che cercano di sottrarre competenze e spazi d'azione ai professionisti. Nel caso dei consulenti del lavoro, è annosa la questione dei centri elaborazioni dati (ced) e dei centri servizi che, pur non avendo la nostra professionalità e le nostre competenze, cercano comunque di sottrarre quote di mercato".

Calderone ha anche sottolineato che è sempre più necessario guardare a una Confederazione generale delle professioni italiane, a una 'cabina di regia'. "Credo -ha spiegato Calderone- che le professioni debbano fare sistema. Noi oggi abbiamo le nostre organizzazioni di rappresentanza degli ordini, delle casse di previdenza e dei sindacati ma credo che invece le professioni oggi in Italia debbano avere un'unica 'cabina di regia' e mettere a sistema e a valore tutte quelle che sono le esperienze e professionalità, ma soprattutto anche le competenze che andiamo ad esercitare nei vari ruoli".

Per Calderone, "oggi non è tempo di divisione, ma di fare sistema perchè così facendo possiamo costituire un'utile punto di osservazione e di suggerimento alla politica, al governo e soprattutto ai cittadini su quelle che possono essere le strategie più efficaci per uscire dalla crisi".

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