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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

25 maggio 2015 | 09.45
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In primo piano sui giornali in edicola la situazione della Grecia e le riforme

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

In primo piano sui giornali in edicola la situazione della Grecia e le riforme.

In un'intervista a 'QN', il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, afferma che "il dibattito che si è sviluppato dopo la sentenza sulle pensioni ha sensibilizzato tutte le istituzioni al problema del passaggio di fase sancito dall’articolo 81 della Costituzione (il pareggio di bilancio), ma non spetta al governo dare indicazioni alla Corte". Quanto ai prossimi decreti fiscali, chiarisce: "Già sterilizzare l’Iva è una riduzione poiché sono aumenti previsti che non avverranno. Ma il piatto forte al quale stiamo lavorando è: local tax, fabbisogni standard e superamento del patto di stabilità dei Comuni. Un nuovo equilibrio tra tasse centrali e locali". Sul pericolo Grecia Baretta rassicura: "Nessun rischio di contagio, ma l’Italia è ancora un malato in convalescenza". E, mostrando un "discreto ottimismo", aggiunge: "Nonostante gli incidenti di percorso, il quadro economico è gestibile. Con le adeguate terapie".

Sulla crisi greca 'Repubblica' intervista Daniel Gros, direttore del Center for economic policy studies di Bruxelles: "È vero che ci sono dei precedenti di scadenze saltate nei pagamenti all’Fmi come l’Argentina. Ma il caso greco è unico, per le somme coinvolte che non hanno precedenti e per l’intersecarsi di ragioni politiche, finanziarie e culturali che comporta. Perciò è inquietante il preannuncio di Atene". "Ho paura che a Berlino e Bruxelles, se ci sarà una reazione negativa, prevarrà il sentimento: visto che non siamo noi i cattivi? Che si scarichino la coscienza se tutto si rompe con l’Fmi, insomma. La Merkel non dovrà più andare in Parlamento a spiegare che lei vuole a tutti i costi che la Grecia resti nell’euro", avverte.

E in un'altra intervista, al 'Messaggero', Gros dice: "Fino al giorno in cui scade la rata, non succede niente, sul piano ufficiale. Ma sul piano del comportamento dei risparmiatori, all’inizio della nuova settimana potrebbe scatenarsi una corsa al ritiro dei depositi".

'Repubblica', inoltre, sempre sulla Grecia, intervista Luigi Zingales, economista con cattedra all’università di Chicago: "A questo punto ritengo probabile un default della Grecia, anche se non tutto è perduto, esistono ancora margini di trattativa e le posizioni sono avvicinabili. Se però così fosse, con Atene fuori dall’euro, non solo l’Italia rischierebbe di perdere almeno 20 miliardi di prestiti diretti. Ma sarebbe la prossima in lista".

E in un'altra intervista, a 'QN', Zingales ammette: "Il rischio di Grexit o default è molto concreto, non sorprende l’annuncio del governo che dice di non avere i soldi per rimborsare il Fondo monetario".

Al 'Mattino' un altro economista, Giacomo Vaciago, spiega: "LaBce presta liquidità. Nei giorni scorsi la Bundesbank ha chiaramente detto che forse è il momento di smetterla. Il debito della Grecia è tutto incapo a Fmi, Bce e Commissione europea tramite il Fondo salva-Stati. Se ci sarà un default saranno i Paesi di Eurolandia a perdere i soldi".

In un editoriale sulla 'Stampa', l'ex premier Enrico Letta scrive: "L’Europa a due velocità può essere una 'win-win solution'. È conveniente per il Regno Unito che in questo modo potrebbe rimanere legato all’Ue, senza i vincoli di un’agenda di tipo federale, ma beneficiando dei numerosi vantaggi che gli derivano dalla permanenza nel mercato unico, oltreché dall’appartenenza a un progetto politico indispensabile per contare in un mondo sempre più multipolare e frammentato. Ed è conveniente per i Paesi della zona Euro che finalmente potrebbero rendere più solida la propria moneta e più moderna, competitiva e stabile la propria unione".

Sempre alla 'Stampa', Lorenzo Alfieri, Country Head per l’Italia di J.P.Morgan Asset Management, sottolinea: "Lo scenario complessivo è più favorevole rispetto a qualche tempo fa, anche grazie all’intervento della Bce e dell’euro debole. Le aziende hanno ricominciato a produrre e anche le banche stanno mostrando segni di apertura sul credito. Noi siamo positivi sulle prospettive dell’area europea. Rimane il fatto che l’economia dell’Europa, e quella dell’Italia in particolare, arrivano da una fase di forte difficoltà. In questo momento vediamo segnali di ripresa ma non siamo ancora in grado di dire se sarà la svolta vera".

In un'intervista al 'Fatto quotidiano', l'imprenditore Riccardo Illy dichiara che "c’è stato un freno alla crescita, e uno dei freni è l’articolo 18 che ha spinto le imprese a restare sotto il limite dei 15 dipendenti".

Perla di formazione, tracciando un bilancio della quinta edizione di 'La tua idea di impresa', con il 'Sole 24 ore', Luigi Serra, presidente di Sistemi formativi Confindustria: "I docenti rappresentano la parte migliore dell’iniziativa. Di anno in anno accrescono le loro competenze nell’area imprenditoriale, un know how che poi viene trasferito agli studenti, migliorando il livello e la qualità dei progetti".

Parla della riforma della pubblica amministrazione, in un intervento sul 'Sole 24 ore', Carlo Mochi Sismondi, presidente del Forum Pa: "Quel che sappiamo però di certo è che non saremo mai in grado di valutarne l’impatto se non scattiamo una foto precisa dello stato attuale, del 'tempo zero' prima che la riforma parta e cominci a produrre effetti".

E, in un'intervista all'inserto 'Affari e Finanza' di 'Repubblica', Mochi Sismondi auspica "che il governo si impegni per accompagnare le riforme: di questo parleremo a Forum Pa". "Faccio l’esempio dell’innovazione tecnologica. Perché questa riforma sia davvero effettiva è importante che i dipendenti pubblici siano in grado di capire e utilizzare i nuovi strumenti digitali. Serve assistere le amministrazioni a cambiare, serve introdurre nuove figure. Nelle pubbliche amministrazioni il problema è che si sono assunti pochi giovani e si è tagliato in formazione. A tutto ciò si deve porre riparo", dice.

Il 'Sole 24 ore' intervista Roberto Reggi, direttore dell'Agenzia del Demanio: "In un Paese con questo debito pubblico il patrimonio diventa lo strumento principale per fare investimenti; anche per Comuni e Regioni, con tutti i vincoli finanziari introdotti negli ultimi anni, la valorizzazione degli immobili diventa un’opportunità strategica se non un obbligo".

A 'Repubblica', Giuseppe Sala, ad di Expo 2015, confessa: "Ho lasciato la Brianza per studiare in Bocconi. Sono entrato in una multinazionale come Pirelli a 25 anni e un gradino per volta ho conosciuto il mondo e il mestiere di manager. Io non so se voglio fare il sindaco né se sono in grado. So che non voglio pensarci adesso".

Sul fronte del made in Italy, in un'intervista all'inserto 'Affari e Finanza' di 'Repubblica', Lisa Ferrarini, vicepresidente della Confindustria per l’Europa, spiega: "È una battaglia di civiltà, di correttezza, ma soprattutto una sfida per l’Italia: noi partiamo dal principio che il marchio made in Italy apposto sui prodotti fabbricati nel nostro Paese con tutta l’accuratezza delle nostre lavorazioni artigianali e industriali, costituisca un plus competitivo con un preciso valore in tutto il mondo".

Alla 'Stampa', l'imprenditore Tomaso Trussardi, da uno anno amministratore delegato del gruppo di famiglia, dice della sua azienda: "Può sembrare padronale perché soci, consiglio e dirigenti sono le stesse persone. Può sorgere la domanda: chi controlla chi? Ma sono a capo di un’azienda strutturata, circondato e sempre in cerca di persone capaci e chi mi dà del 'figlio di' lo mando a quel paese. Lavoro per una Trussardi che sopravviva alla mia persona e che duri a lungo".

Il 'Messaggero' intervista lo chef Carlo Cracco, sul fenomeno degli home restaurant: "Non ci vedo niente di male. È normale che nascano nuovi lavori. Senza dimenticare che, complici i messaggi positivi di programmi come Hell’s Kitchen e MasterChef, ormai sempre più italiani vedono nella cucina un’opportunità interessante di business. E così spuntano chef amatoriali che si ritagliano nuovi spazi in un mercato sempre più aperto. L’importante è mantenere alta la professionalità, il che significa, tra le altre cose, rispettare le norme igienico-sanitarie e di conservazione dei cibi".

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