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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

14 maggio 2015 | 09.59
LETTURA: 4 minuti

La crisi economica al centro dei giornali in edicola.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Io sono un economista e, quindi a differenza dei politici, ragiono sui fatti reali. E questi ci dicono che abbiamo messo a punto un progresso del Pil dello 0,3% rispetto agli ultimi tre mesi del 2014, cosa che non accadeva dal secondo trimestre del 2011. È indubbio che stiamo uscendo dalla recessione". Così l'economista Alberto Quadrio Curzio, intervistato da 'Il Messaggero', sui dati del Pil.

"E poi tutto sommato -continua l'economista- è la stessa crescita della Germania. Lo considero un dato molto incoraggiante e da questo punto di vista vedo il bicchiere più mezzo pieno che mezzo vuoto. Certamente se guardiamo alla voragine creata da questi lunghi anni di crisi, durante i quali abbiamo perso quasi il 9% di Pil, si tratta di un percorso appena iniziato e quindi è bene non abbandonare la cautela".

"Se la crisi è di sistema, la risposta non può che essere un progetto di sistema. È arrivato il momento di coinvolgere tutti i protagonisti. E il governo ha un ruolo fondamentale nella definizione di un percorso sostenibile". Così Maurizio Costa, presidente Fieg, intervistato dal 'Messaggero' sul tavolo per l'editoria aperto dal governo.

Per Costa "a causa della crisi, ma anche a seguito alla rivoluzione digitale, è necessaria una ridefinizione della normativa del lavoro giornalistico con una revisione profonda dei modelli organizzativi che incentivi la qualità dell' informazione e promuova l'innovazione. Peraltro, gli editori intendono concretamente favorire la formazione e l' aggiornamento professionale dei giornalisti. È quindi naturale che si debba andare nella direzione di nuove relazioni industriali con il sindacato".

"Se la crisi è di sistema, la risposta non può che essere un progetto di sistema. È arrivato il momento di coinvolgere tutti i protagonisti. E il governo ha un ruolo fondamentale nella definizione di un percorso sostenibile". Così Maurizio Costa, presidente Fieg, intervistato dal 'Messaggero' sul tavolo per l'editoria aperto dal governo.

Per Costa "a causa della crisi, ma anche a seguito alla rivoluzione digitale, è necessaria una ridefinizione della normativa del lavoro giornalistico con una revisione profonda dei modelli organizzativi che incentivi la qualità dell' informazione e promuova l'innovazione. Peraltro, gli editori intendono concretamente favorire la formazione e l' aggiornamento professionale dei giornalisti. È quindi naturale che si debba andare nella direzione di nuove relazioni industriali con il sindacato".

"In Italia affrontiamo quotidianamente la concorrenza di oltre 70 canali in chiaro. Che diventino settanta più Netflix deve preoccuparmi?".Così Hernan Lopez, numero uno mondiale di Fox International Channels, intervistato da 'Il Sole 24 ore', sulle prospettive dell'azienda in Italia.

Il presidente e ceo di Fox International Channels nei giorni scorsi è stato in Italia, a Roma, per l' anteprima mondiale della serie tv targata Fox, Wayward Pines. "Dal prossimo giovedì (oggi, ndr.) sarà trasmesso in contemporanea in 126 Paesi. E questo la dice lunga sulla forza e la capacità di un' azienda come la nostra".

"Gli investitori internazionali vedono in modo positivo, come è ovvio, il processo di riforme intrapreso da Renzi. Ma siamo solo ai primi passi". Andrea Viganò, intervistato da 'La Stampa', è il numero uno in Italia di BlackRock, il più grande fondo d'investimento al mondo con masse gestite per circa cinquemila miliardi di dollari, come a dire tre volte il nostro Pil.

E visto con i suoi occhi quello che ieri è uscito ufficialmente dalla recessione è un Paese che ha solo cominciato una lunga strada: "Questa verve riformatrice deve proseguire. Mi pare che addirittura chi ha promosso queste riforme sostenga che si tratti solo di un primo recupero del gap che abbiamo rispetto ad altri Paesi europei. Bisogna capire che gli investitori non hanno partiti politici, non tifano per l'uno o per l'altro, ma pensano al rendimento di quanto hanno investito".

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