cerca CERCA
Sabato 27 Aprile 2024
Aggiornato: 19:14
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

26 febbraio 2016 | 10.23
LETTURA: 4 minuti

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Sul piano operativo il rapporto non cambia: Saipem partecipa a tutte le gare in cui c’è Eni, che ha dei partner che non avrebbero mai accettato vantaggi per noi. Poi c’era, e rimane, un substrato di cultura comune, che è un elemento di forza per Eni e penso lo sia stato e rimanga per Saipem". Così, intervistato da 'La Repubblica', l'ad di Saipem, Stefano Cao, sul futuro della società.

"E’ come un cromosoma: non cambia -ha concluso Cao- se cambiamo il logo aziendale o la struttura patrimoniale che ci rende autonomi ma sempre ben presenti sui mercati globali".

"Comprendiamo le difficoltà, finanziarie e politiche, che occupano oggi il governo. Apprezziamo l’istituzione di un fondo nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, previsto dalla Legge di Stabilità 2016, pur se il finanziamento e la popolazione interessata sono per ora molto limitati. Anche se al momento non fosse possibile fare di più, sarebbero importanti dichiarazioni politiche che indichino con forza e chiarezza la strada da percorrere : che non può essere quella vecchia e destinata a venire travolta dai fatti". Così, in una lettera-appello pubblicata su 'L'Unità', Ugo Colombino, economista dell’università di Torino, e Giovanni Perazzoli, autore del libro 'Contro la miseria. Viaggio nell’Europa del nuovo welfare'.

Per i due economisti "l'Italia dovrebbe al più presto dotarsi di un welfare universalistico sul modello delle altre nazioni europee".

"Sono anni che si parla di ricerca. La differenza è che in questi giorni il dibattito è uscito dai convegni ed è entrato prepotentemente nella discussione politica. Non è un caso". Così, intervenendo sul 'Sole 24 ore', il ministro dell'Istruzione, università e della ricerca, Stefania Giannini.

"Consapevole che la ricerca e la conoscenza -spiega Giannini- sono il vero motore dello sviluppo, il Governo ha deciso di affrontare con determinazione nodi che da troppo tempo erano irrisolti".

L'Italia "si deve porre come ruolo guida anche per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e non è un caso se la partita è già iniziata, mentre anche nei confronti dell’Iran ci sono già decine di imprese pronte ad andare ad investire". Così, intervistato da 'Qn', Ernesto Iacovone, Mediterranean managing partner di Ernst & Young.

Per Iacovone "se Renzi ha deciso di battere l’America di nuovo, Stato per Stato, è perché ha intuito la grande opportunità che offre il mercato americano e la vuole sfruttare trascinandosi dietro industrie di qualità che vogliono crescere".

"Abbiamo in mano la chiave del futuro: si deve passare da un’economia lineare a un’economia circolare". Non ha dubbi, intervistato da 'Avvenire', Giuseppe Guzzetti, l’82enne navigato banchiere al suo ventesimo anno di presidenza della Fondazione Cariplo, alla vigilia dell’atteso incontro con papa Francesco in Vaticano.

"Per la prima volta -continua Guzzetti- c’è la globale consapevolezza che stiamo davvero andando, anzi correndo, verso la distruzione del Creato. È necessario e urgente per tutti guardare a quanto detto da papa Francesco nella Laudato sì. Ne va della stessa nostra sopravvivenza. Il vertice di Parigi di dicembre ha visto d’accordo tutti. Certo, ora gli Stati devono però mettere in pratica quanto concordato. Il mondo è l’unico grande bene comune".

"L’industria non può sostituirsi alla politica. Ognuna deve muoversi nel suo campo di attività. Il mondo produttivo, però, ha una grandissima responsabilità. In una società sempre più individualista, le imprese giocano un ruolo strategico nel ricordare che non si può far tutto da soli". Così, intervistato da 'Avvenire', Marc Lazar, storico e sociologo francese, docente all’Istituto di Studi Politici di Parigi oltre che presidente della School of government della Luiss .

"Devono promuovere -conclude Lazar- una coscienza della solidarietà e proteggere un tessuto sociale tendente a sfibrarsi".

"Dal 2009 a oggi abbiamo conseguito risultati di alto livello in robotica, nanotecnologie, neuroscienze. I nostri ricercatori hanno un’età media di 34 anni e rappresentano 56 nazioni. Abbiamo 360 brevetti e 12 start up: direi che si tratta di un buon istituto e costa poco meno dell’1% di quanto viene speso per la ricerca in Italia". Così, intervistato dal 'Corriere della Sera', Roberto Cingolani, direttore dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova che coordina con tre università milanesi 'Human Tecnhopole'.

"E' una macchina -conclude Cingolani- che viene certificata ogni tre anni da un board internazionale e da un panel per la Fondazione".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza