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Renzi: "Faccio massimo due mandati e poi a casa"

14 settembre 2015 | 19.30
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"Io sono quello della rottamazione. Massimo faccio due mandati poi, se vengo eletto, la volta successiva vado a casa". Lo ha detto Matteo Renzi ospite di 'Otto e mezzo' su La7.

Il premier ha assicurato che "non ci sarà nessuno sforamento di conti. Anzi, dal prossimo anno scende il debito. Faremo una manovra da quasi 27 miliardi di euro".

Non solo. "L'Italia ha previsto una crescita del Pil dello 0,7 per il 2015. Ma nell'aggiornamento del Def, che avremo al prossimo Consiglio dei ministri", la previsione "passerà dallo 0,7 allo 0,9" ha detto Renzi.

Sul Pil è intervenuto a Skytg24, intervistato da Sarah Varetto, anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: "Penso che faremo meglio dello 0,7%, che è già acquisito". Quindi ha aggiunto: "Il Jobs Act ha cambiato l'insieme dei contratti disponibili e le agevolazioni fiscali temporanee hanno accelerato le assunzioni, c'è maggiore robustezza dell'occupazione, insomma ci sono le premesse per una ripresa più robusta".

Ospite di 'Otto e mezzo', Renzi ha difeso a spada tratta la scelta di togliere la tassa sulla casa a partire dal prossimo anno. "La tassa sulla casa vale 3 miliardi e mezzo - ha rimarcato - L'ha tolta Berlusconi? Beh, avrà fatto qualcosa di buono anche lui. Del resto anche un orologio rotto due volte al giorno azzecca l'ora".

Quindi ha annunciato la digital tax: "Dopo aver aspettato per due anni una legge europea, dal 1 gennaio 2017 immaginiamo una digital tax che vada a colpire con meccanismi diversi per far pagare tasse nei luoghi in cui sono fatte transazioni e accordi".

Parlando dei migranti, il presidente del Consiglio ha lamentato di non aver "mai visto l'Europa unita eppure ci ho fatto nottate intere. A luglio l'Italia era, con poche partnership come Malta, a dire di smettere di pensare che fosse solo il problema di pochi Paesi". "Sembra che finalmente - ha aggiunto il premier - i colleghi Ue si siano convinti di tre cose insieme: centri di identificazione, politica di rimpatrio e cooperazione internazionale".

Quanto alla segreteria, Renzi ha messo in chiaro: "Escludo di lasciare il timone del Pd. Il Pd ha scelto, come ad esempio la Germania, che il capo del governo sia anche a capo" del principale partito. "Lo stesso avviene anche con Angela Merkel che oltre a essere la cancelliera è anche la capa del Spd".

Rispondendo a una domanda sui dubbi sollevati da Massimo D'Alema, "D'Alema sì - ha risposto il premier ironico - che è un argomento che interessa gli italiani...". E dopo aver rivendicato anche i successi portati a casa dal Pd, Renzi ha spiegato che "secondo D'Alema il Pd va male perché, secondo i sondaggi, è al 34%", ovvero "il doppio della percentuale con cui D'Alema ha lasciato i Ds. Con tutto il rispetto che ho per D'Alema e per coloro che mi trattano come un usurpatore - ha ricordato - ho vinto le primarie, quando ci saranno le prossime vedremo chi vincerà...".

Il Pd pronto ad accogliere nelle sue file esponenti di Ncd? "Se sono nell'Ncd, li vedrà alle elezioni come Ncd. Ognuno alle elezioni si candida con il partito suo. Già nel Pd, dove siamo tanti, abbiamo problemi figuriamoci se chiamiamo altri - ha scandito - Il Pd porterà quelli del Pd, Ncd quelli di Ncd, Fi quelli di Fi".

Poi, a chi gli chiedeva della richiesta di Ncd di modificare l'Italicum, Renzi ha risposto: "Mi sta facendo una domanda su una legge approvata il 29 aprile 2015, dunque cinque mesi fa. Domandi a loro piuttosto perché hanno cambiato idea dopo che hanno votato quella legge elettorale".

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