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Iraq: Di Battista, povero Foley vittima anche di barbarie Abu Graib

22 agosto 2014 | 14.06
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Le radici dell'atroce morte di James Foley, affondano nella violenza subita dai prigionieri di Abu Ghraib e Guantanamo. Dopo il contestato intervento sulla necessità di dare un riconoscimento politico all'Isis, Alessandro Di Battista torna a commentare su Facebook le vicende irachene. "A quel poveretto -scrive il deputato cinquestelle parlando dell'esecuzione di Foley- gli hanno messo addosso un divisa simile a quella indossata dai prigionieri a Guantanamo. Io penso che la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo sia, in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib".

"Le violenze commesse in quella prigione -osserva il deputato M5S - furono senz'altro figlie di quel desiderio di vendetta che molti americani hanno provato dopo l'indecente, barbaro, inaccettabile attentato alle Torri Gemelle quest'ultimo anche figlio dell'indecente, barbaro, inaccettabile imperialismo nordamericano, l'imperialismo non e' soltanto nordamericano, che ha portato milioni di persone a morire di fame".

"Ho ricevuto ogni genere di insulto in questi giorni. 'Terrorista', 'assassino', 'soggetto pericoloso per la societa''. Un giornale -ricorda Di Batista- ha anche scritto che avrei intenzione di farmi esplodere in una metro. Il tutto per aver espresso delle idee, riportato dei fatti e provato a 'capire', un atto che rivendico con tutto me stesso. Mi domando cosa possa succedere se dovessi mai compiere - ragiona per paradosso - uno di quei reati tanto cari ad esponenti di quei partiti che i giornali che mi hanno infangato portano sul palmo della mano. Qualcuno, in rete, mi ha anche augurato di fare la fine di quel povero reporter americano". (segue)

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