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Fase 2: passa emendamento Ceccanti, sui Dpcm parere Parlamento

12 maggio 2020 | 17.48
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Foto Fotogramma - FOTOGRAMMA
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Sì alla parlamentarizzazione dei Dpcm. Lo prevedono due emendamenti approvati dalla Camera, presentati da Stefano Ceccanti del Pd e Vito De Filippo di Italia Viva e riformulati. Il testo prevede che il presidente del Consiglio o un ministro da lui delegato illustri preventivamente alle Camere il contenuto dei Dpcm, al fine di tenere conto degli eventuali indirizzi dalle stesse formulati. Ove ciò non sia possibile, per ragioni di urgenza connesse alla natura delle misure da adottare, il premier o il suo delegato dovranno comunque riferire alle Camere entro 15 giorni.

Il testo, inserito nel decreto legge che prevede l'elenco dettagliato delle misure di contenimento potenzialmente applicabili per far fronte all'emergenza coronavirus stabilendo appunto le modalità di adozione dei Dpcm, è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza (260) e i contrari (211) dell'opposizione.

In precedenza erano stati bocciati due emendamenti presentati da Fratelli d'Italia e Forza Italia che chiedevano che il governo presentasse prima dell'emanazione i Dpcm al Parlamento per acquisirne il parere, da esprimersi entro sette giorni, trascorsi i quali i provvedimenti potessero essere comunque adottati.

Secondo lo stesso Ceccanti, l'emendamento così come è stato riformulato "ha un effetto diretto e uno indiretto. Quello diretto è di parlamentarizzare gli ulteriori Dpcm che saranno emanati. Quello indiretto, ponendo dei vincoli di Dpcm, è di disincentivare il loro uso, spingendo così il Governo nella fase due all’uso dello strumento più fisiologico dei decreti legge e al limitare al massimo i Dpcm, come è necessario".

"Stupisce -aggiunge- che i gruppi di opposizione votando No, dopo che erano stati bocciate le altre possibili modalità di parlamentarizzazione, abbiano votato l’unica modalità che a quel punto rimaneva per garantire quel fine condiviso. Ovviamente il meccanismo andrà verificato nell’applicazione ed eventualmente modificato sulla base dell’esperienza, ma il principio per cui nessuna importante scelta può essere sottratta al Parlamento è stato ora affermato con un preciso dispositivo. Spero comunque che il Governo da qui in poi voglia coinvolgere il Parlamento anche oltre gli stretti limiti di legge: ne guadagnerà in qualità il lavoro comune".

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