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Processo a Di Maio

(Foto AFP) - AFP
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31 maggio 2018 | 09.04
LETTURA: 4 minuti

Movimento sull'orlo di una crisi di nervi? Nei giorni delle estenuanti trattative per formare un governo gialloverde, la controversa linea Di Maio sembra infatti scatenare malumori e proteste da parte di alcuni deputati e senatori pentastellati, che ora hanno deciso di farsi sentire. E di 'processare' il capo.

Una senatrice in lacrime, toni alti, qualche grido e parole fuori posto. Ieri, a quanto apprende l'Adnkronos da autorevoli fonti M5S, è questo quanto accaduto quando una cinquantina di senatori pentastellati ha deciso di riunirsi a Palazzo Madama. Non una riunione in agenda, ma un'assemblea sorta spontaneamente. Danilo Toninelli, l'ex deputato vicino a Luigi Di Maio e ora capogruppo al Senato - la sua nomina vista da alcuni colleghi come un 'commissariamento' del gruppo voluto dalla Camera - non era presente, escluso dalla riunione. Al centro del dibattito - acceso come le vecchie assemblea di antica memoria- l'evolversi della situazione politica, con il M5S al centro della scena, un passo avanti e uno indietro verso Palazzo Chigi.

Così, raccontano fonti grilline, alcuni neo senatori hanno chiesto un momento di chiarezza, sentendosi esclusi dalle decisioni che contano. "Non siamo dei pigia bottoni", sarebbe sbottata una neo parlamentare con dei colleghi al secondo mandato. Ma quando, tra i banchi dell'Aula riunita per il dl Alitalia, qualcuno ha chiesto un momento di chiarimento interno, alcuni parlamentari sono saltati su dallo scranno. Tra questi la senatrice Laura Bottici, che avrebbe invitato i colleghi a fare ammenda: "Se vogliamo riunirci si seguono le procedure - avrebbe invitato i colleghi - non che ci vediamo all'oscuro di Luigi...".

Ma parte dei senatori si è riunita ugualmente, Bottici compresa. Presenti anche i due vicecapigruppo Gianluca Perilli e Daniele Pesco. A dare in escandescenze per la mancanza di chiarezza, la linea politica ondivaga e a suo dire "clamorosamente sbagliata", raccontano, il celebre senatore Gregorio De Falco sopra ogni altro, tra i più duri per la gestione del post-voto guidata da Di Maio e pochi fedelissimi.

Una senatrice di nuovo corso, durante l'assemblea, è scoppiata in lacrime denunciando la mancanza di trasparenza: "Sono arrivata a Roma credendo di replicare la condivisione che ho sempre apprezzato nei meetup - ha spiegato ai colleghi -, qui apprendo le notizia dai giornali, mi sembra un incubo. E quando da casa mi chiedono 'che accade?', ho quasi imbarazzo nel dire che non so un fico secco".

Critiche poi da parte di alcuni presenti per i presunti errori commessi, dall'impeachment - poi oggetto di una repentina marcia indietro - all'alleanza con la Lega che non convince molti: "Salvini ci ha messo nel sacco. Questi se torniamo al voto ci asfaltano", avrebbe lamentato più di un senatore. Alla fine, a sedare gli animi, ci avrebbe pensato il vice capogruppo Perilli affiancato dal senatore Nicola Morra, arrivato a fine riunione.

E dopo l'assemblea, che qualcuno è arrivato a definire "carbonara", una piccola contestazione al leader sembra essere partita anche nel corso dell'assemblea congiunta dei parlamentari M5S. "Luigi, devi ascoltare di più" sarebbe infatti - a quanto apprende l'Adnkronos - quanto chiesto al capo politico da Paola Taverna.

Stando a quanto riferito, anche il deputato Andrea Colletti avrebbe chiesto più ascolto da parte del leader 5 Stelle. Nel corso dell'assemblea congiunta, il deputato abruzzese avrebbe chiesto un maggiore coinvolgimento della compagine parlamentare nelle decisioni politiche ricorrendo a un'espressione colorita. "Luigi, devi ascoltare i 'cacaca...'", avrebbe detto Colletti invitando Di Maio a tenere in considerazione anche i punti di vista più critici.

Ma non solo. Tra gli eletti 'scontenti, anche chi avrebbe criticato la linea del leader grillino, definendo sbagliata la scelta di cedere sul veto posto dal Quirinale su Paolo Savona.

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