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Sanremo 2024, Santoro: "Ghali? Non avrei usato il termine genocidio"

"Il comunicato di risposta dell'Ad Rai io lo avrei fatto leggere a un annunciatore"

Michele Santoro e Ghali
Michele Santoro e Ghali
14 febbraio 2024 | 22.50
LETTURA: 2 minuti

"Su Ghali io non avrei usato il termine 'genocidio', ma in questo momento significa 'fermiamo le armi e la strage degli innocenti'". Così il giornalista e fondatore della lista 'Pace, Terra e Dignità' Michele Santoro a Otto e mezzo su La7. "Ma se andiamo a leggere i trattati internazionali che regolano il genocidio probabilmente siamo nel bel mezzo di un'azione che può essere definita genocidiaria". "Amadeus ha preso una posizione sulle foibe discutibile, assolutamente fuori dalla storia, ma ha detto quello che voleva senza ricordare o spiegare tutti gli eventi. Come mai - continua Santoro - se Ghali graffia l'informazione uniforme deve premettere che c'è stato il 7 ottobre? Se Ghali parla della Palestina l'Ad Rai non deve precipitarsi a fare un comunicato di risposta affidandolo a una conduttrice. E io sarei stato più furbo, lo avrei fatto leggere ad un annunciatore".

La vicenda

Sul palco dell'Ariston, Ghali ha pronunciato la frase 'Stop al genocidio', riferendosi all'operazione militare di Israele nella Striscia di Gaza. La frase ha suscitato l'immediata reazione dell'ambasciatore israeliano Alon Bar che ha usato l'aggettivo "vergognoso" riferendosi all'uso del palco di Sanremo. Domenica scorsa Ghali è tornato sul tema durante 'Domenica In' commentando le parole dell'ambasciatore e rispondendo. Al termine della puntata la conduttrice ha letto una nota in cui l'ad Rai Roberto Sergio ha espresso solidarietà ad Israele. Nel comunicato Roberto Sergio aveva detto: "Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano - e continueranno a farlo - la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta". A quanto si apprende oggi il Viminale ha messo sotto tutela l'ad della Rai, Roberto Sergio, dopo le minacce ricevute per le sue posizioni su Israele. All'ad della Rai è stata, quindi, assegnata oggi la scorta.

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