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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

16 maggio 2014 | 10.06
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 16 mag. (Labitalia) - "L'Unione europea, sulla base dei trattati, ha sviluppato una serie di politiche legate a standard minimi condivisi e noi oggi crediamo si debba fare un passo più avanti, con un coordinamento rafforzato per le politiche e le prestazioni in materia di assistenza e occupazione, cui segua una piena implementazione a livello nazionale". E' quanto dice Filippo Taddei, responsabile economico del Pd, in un colloquio con il "Sole 24 ore'.

Per Taddei serve un "un sussidio universale di disoccupazione armonizzato a livello europeo, basato su standard uniformi e che garantisca una tutela temporanea differenziata a seconda dei differenti poteri di acquisto dei singoli paesi. Un assegno -conclude Taddei- con pari durata per tutti i paesi, con un decalage simile a quello della nostra Aspi e collegato a un programma di presa in carico dei beneficiari per tentarne il reinserimento sul mercato del lavoro".

"Se questa misura del salario minimo dovesse passare, qui in Svizzera salteranno i posti di lavoro, soprattutto degli italiani frontalieri, e qualche imprenditore potrebbe anche decidere di delocalizzare in Italia". A parlare, con 'La Stampa', è Stefano Modenini, direttore di Aiti, associazione delle industrie ticinesi, sul referendum sul salario minimo che si terrà in Svizzera.

"Questa iniziativa -spiega Modenini- è troppo rigida perché vuole introdurre una retribuzione minima per tutti i tipi di attività lavorativa e in tutte le regioni della Svizzera. In realtà ci sono molte differenze sia all' interno dei singoli settori produttivi, sia tra le varie città e nel costo della vita fra le zone del Paese".

"E' un decreto in continuità con le politiche del lavoro degli ultimi anni che portano la firma dell' ex ministro Maurizio Sacconi: lavoro con scarsa formazione, produttività e remunerazione piuttosto basse". Tito Boeri, economista alla Bocconi, fondatore del sito lavoce.info, commenta, con 'L'Unità', il decreto Lavoro approvato con voto di fiducia a Montecitorio, che modifica l' attuale normativa sull' apprendistato e sui contratti a termine.

"E' chiaro -continua Boeri- che l' idea di base è condivisibile, ed è quella di stimolare la creazione di posti di lavoro, contando sul fatto che la ripresa sia alle porte. Il punto è che ci sarebbero state altre strade, a mio avviso più utili, per raggiungere l' obiettivo: un contratto a tutele progressive avrebbe avuto il senso, pur a fronte di una maggiore flessibilità in ingresso, di puntare effettivamente alla stabilizzazione".

"I contratti a termine e di apprendistato -conclude- così come ci vengono proposti, invece, finiranno per rafforzare il dualismo contrattuale già in essere. Si sarebbe dovuto spingere le imprese a ridurre le distinzioni, invece che ad accentuarle".

Il decreto del resto è stato frutto "di un duro lavoro da parte di tutto il Pd, che si è molto speso in tutte le sue componenti per arrivare al testo finale. Non bisogna farsi illusioni, non si esce da una crisi lunga e drammatica con un colpo di bacchetta magica". Così, in un'intervista a 'L'Unità', il deputato Pd, Matteo Colaninno.

"Il decreto -continua- però servirà a rimetterci in corsa. Anche se rimangono aperti temi molto importanti, come quelli della disoccupazione, soprattutto quella giovanile: ormai è diventato un problema gravissimo. Sono però convinto che non sia risolvibile per via legislativa se prima l' economia italiana non tornerà a crescere".

Un ponte che consenta ai disoccupati over 60 di arrivare all' assegno pensionistico anche "un anno, un anno e mezzo prima". È questa una delle ultime novità alle quali sta lavorando il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, come spiega in un colloquio con il 'Messaggero'. Non un prestito, quindi, come aveva immaginato il suo predecessore. Ma una maggiore flessibilità, i cui oneri ancora non è chiaro sulle spalle di chi saranno. Una soluzione utile anche per la questione esodati.

E sul dl lavoro "faremo un monitoraggio sistematico, è necessario qualche mese, da domani in avanti. Sono molte le aziende che, a fronte delle discussione vivace in Parlamento, hanno preferito attendere la conversione in legge. Ma io sono convinto: soprattutto in una fase ancora di incertezza, avere strumenti come il contratto a termine senza causale e un apprendistato semplificato, libera le imprese dalle preoccupazioni legate alla congiuntura".

"E' un colpo durissimo. Siamo fermi, la ripresa è scomparsa". Così Sergio De Nardis, capo economista del centro analisi Nomisma, in un'intervista a 'Il Fatto quotidiano', non usa mezzi termini sui dati del Pil.

"Ci si aspettava un dato vicino allo zero, non negativo".

"Meno di una settimana fa l'Istat aveva certificato un forte calo della produzione industriale. Era il segnale".

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