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Alimenti: in Europa cibi promossi, oltre 97% pesticidi sotto livelli consentiti

22 maggio 2014 | 17.55
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Roma, 22 mag. (Adnkronos Salute) - Buone notizie per i cittadini europei. Oltre il 97% dei campioni testati nell'ultimo programma di monitoraggio dei pesticidi negli alimenti in Europa, contiene livelli di residui inferiori ai limiti ammessi. Lo dichiara l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), illustrando i risultati della quinta relazione annuale sui residui dei pesticidi rilevati negli alimenti in 27 Stati membri dell'Ue, oltre che in Norvegia e Islanda. La relazione, redatta dall'unità Pesticidi dell'Efsa, si basa sull’analisi di oltre 79.000 campioni alimentari eseguita nel 2011 dalle autorità nazionali per la sicurezza alimentare.

Secondo Jose Tarazona, capo dell'unità Pesticidi, "la relazione dell'Unione europea dimostra che le percentuali di conformità ai limiti rimangono estremamente alte, ossia al di sopra del 97% per il terzo anno consecutivo. Il ruolo che l'Efsa svolge in questo programma costituisce una parte fondamentale delle attività nel settore dei pesticidi per salvaguardare la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. È peraltro importante riconoscere il contributo significativo dato dalle autorità nazionali, che ogni anno raccolgono e analizzano decine di migliaia di campioni alimentari". Ciascuno dei 29 paesi relatori esegue due programmi di controllo: uno nazionale, e uno coordinato dall’Ue, che impone a tutti gli organismi nazionali di eseguire attività di monitoraggio uniformi. Nel 2011 per entrambi i programmi è stato analizzato un totale di 79.035 campioni di 647 tipi differenti di alimenti per la presenza di quasi 900 pesticidi, il maggior numero di campioni mai analizzati finora in una singola stagione di monitoraggio.

L'analisi dei residui riguardava sia i pesticidi approvati per l'uso nell'Ue sia quelli non in uso nella regione. Dai risultati dei programmi nazionali si evince che il 97,5% dei campioni alimentari analizzati conteneva residui di pesticidi al di sotto dei limiti ammessi dall’Ue, noti come livelli massimi di residui (Lmr). Gli alimenti biologici hanno mostrato una percentuale di eccedenza degli Lmr inferiore rispetto ai prodotti non biologici (0,5% contro 2,6%). Il tasso di non conformità degli alimenti importati nell’Ue, in Norvegia e in Islanda era invece quattro volte superiore a quello degli alimenti prodotti in questi paesi (il 3,7% contro lo 0,9%). (segue)

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