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Boom di insonnia 'da crisi', sonno prima vittima di instabilità

29 aprile 2014 | 12.09
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Boom di insonnia 'da crisi', sonno prima vittima di instabilità

(Adnkronos Salute) - Spread, disoccupazione, crisi. Parole che tolgono letteralmente il sonno agli italiani. Le difficoltà economiche di questi anni hanno contribuito a far aumentare l'insonnia, "che è il sintomo principale di un disagio psicologico. E può ovviamente essere favorito dalla percezione di instabilità e insicurezza che in questo periodo non è mancata", spiega all'Adnkronos Salute Sergio Garbarino, docente del Dipartimento di Neuroscienze dell'università di Genova, sottolineando il 'peso' di questo disturbo: "Si tratta di uno dei sintomi più lamentati dai pazienti negli ambulatori dei medici di famiglia". La difficoltà di addormentarsi "in un tempo fisiologico che va dai 10 ai 20 minuti", dunque, è la prima spia di ansia, depressione, disagio. Condizioni fortemente favorite dal senso di instabilità, terreno fertile per l'insonnia. "A contare - precisa l'esperto - è la percezione del problema più del problema stesso, e l'attuale crisi è sicuramente molto sentita anche per l'attenzione dei media al tema". E il paradosso è che la mancanza di sonno incide sulla produzione, e questo non aiuta ad uscire da una crisi. "Insomma, un gatto che si morde la coda", spiega l'esperto. Difficile quantificare l'aumento, visto che ad oggi non sono disponibili dati specifici sulla crescita degli insonni durante la crisi. Secondo i dati consolidati di letteratura, il 20% della popolazione italiana ne soffre in maniera cronica e il 40% ha episodi acuti. L'aumento del consumo di medicinali per dormire, però, sottolinea l'esperto, "è un indicatore chiaro che esiste un trend in crescita". Ma a 'togliere il sonno' non sono solo il disagio psicologico o le malattie psichiatriche. "L'insonnia può essere il segnale d'allarme di molti altri problemi, legati per esempio all'uso di farmaci e di alcol, a patologie respiratorie o sintomatologie dolorose", aggiunge il neurologo. Per questo è fondamentale per i pazienti poter avere risposte dal medico di famiglia, sottolinea l'esperto, organizzatore di 'RomaSonno', in programma nella Capitale dal 9 all'11 maggio. Un appuntamento arrivato al quarto anno, mirato alla formazione dei medici di medicina generale e patrocinato dall'Associazione italiana medicina del sonno (Aism). I primi a intercettare questo disturbo, infatti, sono proprio i medici di famiglia, profesionisti che ogni giorno vedono un milione di italiani nei loro ambulatori. "E' fondamentale - dice Garbarino - che siano preparati a rispondere alle domande dei propri assistiti su questo disturbo che può avere diverse cause. Il medico di famiglia deve essere formato per aiutare il paziente, per indirizzarlo correttamente ai diversi specialisti in modo da ridurre il tempo di diagnosi e trattamento. Tutto questo fa risparmiare tempo prezioso per ristabilire il benessere del paziente, ma anche per non sprecare risorse sanitarie". Con questo spirito è nato quattro anni fa l'appuntamento romano, "che ha trovato riscontro assai positivo tra i medici di famiglia, molto interessati al tema", dice lo specialista. L'insonnia, infatti, "fa male a chi ne soffre, di notte. Ma durante il giorno, quando si trasforma in sonnolenza, diventa un problema sanitario, per le ripercussioni che la mancanza di riposo può comportare in termini, ad esempio, di consumo di farmaci, mancanza di attenzione nelle normali attività. Un dato su tutti: si calcola che il 22% degli incidenti stradali siano causati da sonnolenza", afferma Garbarino che, tra l'altro, presiede la Commissione dell'Aims che si occupa proprio di sicurezza stradale. Ma il problema non riguarda solo gli adulti. Sempre più a rischio insonnia e brutti voti sono anche gli adolescenti. Colpa della dipendenza dalla tecnologia e dalla 'connessione' perenne. E il sonno rubato dalla Rete si paga caro: sul rendimento scolastico, soprattutto. E sulla salute. Ritardare il sonno per chattare, portare il telefonino a letto, non spegnere il tablet dopo cena, sono tutti errori da evitare per proteggere la salute e i risultati scolastici. "Un recente studio - spiega ancora l'esperto - ha indicato che solo 2 ore passate su un tablet retro-illuminato fanno diminuire del 22% la produzione di melatonina, un ormone che regola sonno-veglia". Un dato che può far comprendere quanto possa incidere l'abuso di tecnologia sulla possibilità di un sano riposo per i ragazzi. "Gli adolescenti - aggiunge il neurologo - hanno fisiologicamente maggiore bisogno di sonno. E questa deprivazione volontaria, legata all'uso compulsivo di strumenti elettronici, è quanto mai deleteria. Si ripercuote sullo studio, sulla capacità di attenzione, aumenta i rischi di incidenti, stradali e non". Tutti abbiamo bisogno di sonno, in quantità che possono essere diverse, "ma quando si scende al di sotto delle 4 ore a notte i problemi di salute sono inevitabili: siamo animali diurni, il nostro organismo è stato 'costruito' per funzionare durante il giorno e per riposare la notte. Invertire i ritmi è quindi un errore. E se ne pagano le conseguenze", sottolinea Gambarino, che invita genitori e insegnanti a vigilare. E a intervenire nel caso ci siano chiari segni: sonnolenza diurna, distrazione, colpi di sonno. "Gli adulti devono far capire ai loro ragazzi l'importanza di dormire. Come con l'alimentazione, sono necessarie regole per un buon sonno. A partire dalla necessità di spegnere il cellulare a una certa ora", conclude il neurologo.

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