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Consulta: "Inammissibile ricorso contro il divieto di ricerca sugli embrioni"

22 marzo 2016 | 20.12
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(Fotogramma)
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‎La Consulta ha giudicato inammissibile la questione di legittimità costituzionale del divieto di destinare gli embrioni sovrannumerari da cicli di fecondazione assistita ai fini della ricerca scientifica. La motivazione sarebbe legata al fatto che la scelta di eliminare tale divieto - contenuto nella legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita - dovrebbe toccare al legislatore e non alla Consulta.

‎Più in dettaglio, oggi la Corte costituzionale ha esaminato le due questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di Firenze, e relative, rispettivamente, al divieto (art. 13 della legge 40) di ricerca clinica e sperimentale sull’embrione non finalizzata alla tutela dello stesso; e al divieto (art.6) di revoca del consenso alla procreazione medicalmente assistita dopo l'avvenuta fecondazione dell'ovulo.

La prima questione, spiega una nota della Consulta, "è stata dichiarata inammissibile in ragione dell'elevato grado di discrezionalità, per la complessità dei profili etici e scientifici che lo connotano, del bilanciamento operato dal legislatore tra dignità dell'embrione ed esigenze della ricerca scientifica: bilanciamento che, impropriamente, il Tribunale chiedeva alla Corte di modificare, essendo possibile una pluralità di scelte, inevitabilmente riservate al legislatore".

La seconda questione è stata dichiarata, a sua volta, inammissibile per "difetto di rilevanza nel giudizio di merito, nel quale risultava che la ricorrente aveva comunque, di fatto, deciso di portare a termine la procreazione medicalmente assistita".

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