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Corte Ue diritti umani, stop metodo Stamina e' legittimo

28 maggio 2014 | 17.22
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Corte Ue diritti umani, stop metodo Stamina e' legittimo

Roma, 28 mag. - (Adnkronos Salute) - Lo stop alla cura Stamina è legittimo. Lo ha stabilito oggi la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. In risposta al ricorso presentato dal padre di una donna malata, a cui è stata negato il metodo Stamina da un tribunale, la Corte ha ritenuto che il divieto di accesso a questa terapia, imposto dai giudice italiani, "persegue lo scopo legittimo di tutela della salute ed è stato proporzionato a tale obiettivo".

La Corte europea dei diritti umani si è pronunciata sul caso avanzato da Nivio Durisotto per la figlia, nata nel 1975 e malata fin dall'adolescenza di una patologia cerebrale degenerativa. L'uomo - riporta la nota pubblicata sul sito della Corte - si era rivolto a un tribunale italiano chiedendo che venisse ordinato agli Spedali Civili di Brescia, l'unica struttura autorizzata per la somministrazione in via sperimentale del metodo Stamina, di sottoporre la figlia alle infusioni. Il tribunale dopo un primo via libera ha poi respinto la richiesta: da qui il ricorso di Durisotto alla Corte Ue dei diritti dell'uomo depositato il 28 settembre 2013

Basandosi sugli articoli 2 (diritto alla vita), 8 (diritto al rispetto della vita privata) e 14 (divieto di discriminazione) della Dichiarazione dei diritti dell'uomo, Durisotto ha sostenuto che nel caso della figlia si è verificata in Italia la violazione del diritto alla vita e alla cura "perché impossibilitata ad ottenere la terapia con il metodo Stamina", riporta la nota. La Corte ha però ribadito che nei casi riguardanti i divieti di accesso alle cure compassionevoli nei confronti delle persone affette da gravi malattie, gli stati Ue godono di un ampio margine di discrezionalità. Nello specifico i giudici della Corte hanno stabilito, come già evidenziato dai tribunali italiani, che ai sensi del decreto 'Stamina' (numero 24 del 2013) sono autorizzate le infusione solo per chi già in trattamento agli Spedali Civili di Brescia prima dell'entrata in vigore del decreto.

La Corte ha inoltre ricordato che un comitato scientifico istituito dal ministero della Salute ha espresso un parere negativo sul metodo terapeutico in questione. Secondo i giudici, quindi, "il valore scientifico di questa terapia non è stato verificato". E non è un tribunale internazionale a potersi sostituire alle autorità nazionali competenti "nel determinare il livello di rischio accettabile per i pazienti che desiderano accedere alle terapie compassionevoli in un contesto sperimentale", conclude la nota.

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