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Infettivologo Baldanti, 'con il freddo il virus tornerà a circolare'

03 novembre 2022 | 18.57
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Foto d'archivio
Foto d'archivio

"Noi stiamo vivendo una stagione anomala, perché fa ancora molto caldo, le piante non hanno ancora perso le foglie e l'autunno è in grande ritardo. C'è al momento una scarsa circolazione" del virus di Covid-19, "ma sappiamo che quando inizierà il freddo riprenderà a circolare. Vediamo cosa succederà quando le temperature inizieranno ad abbassarsi. Mi aspetto che ci sia una certa ripresa delle infezioni. Ma è una previsione difficile da fare, perché oggi siamo quasi tutti vaccinati. Quasi tutti hanno incontrato il virus, soprattutto la variante Omicron che ha infettato una larghissima parte della popolazione, lasciando dietro di sé una memoria. Quindi adesso abbiamo una memoria immunologica diversa dagli anni 2020 e 2021". Così Fausto Baldanti, direttore Uoc di microbiologia e virologia Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, in occasione dell'incontro di presentazione del convegno 'Verso una nuova quotidianità. La lezione del Covid', in programma il 10 novembre all'Università degli Studi di Pavia e realizzato con il contributo non condizionato di Dompè, con l'obiettivo di fare il punto sulle problematiche causate dalla pandemia.

In questi anni il virus è mutato, ma questo non deve automaticamente far pensare a un suo indebolimento e la guardia deve rimanere alta, è il monito: "Il virus si adatta col tempo all'organismo umano e l'organismo umano a sua volta si adatta al virus - spiega Baldanti - Quindi tenderà a tramutarsi in uno dei tanti virus respiratori che affliggono le stagioni fredde. Ma quali siano i tempi di questo evento non lo sappiamo, perché è la prima volta che lo osserviamo. Non si sa se questa evoluzione avverrà nell'arco di un anno o di più tempo. Sicuramente la vaccinazione accelera questo processo perché, stimolando la risposta immunologica in tutti i soggetti, costringe il virus ad adattarsi più velocemente. Quello che osserviamo con la variante Omicron, oltre all'elevata capacità di infezione e una più ridotta capacità di creare forme gravi. Infatti, se confrontiamo le forme severe relative alla Omicron e quelle relative alle prime varianti arrivate in Italia in assenza totale di memoria immunologica nella popolazione, la differenza è evidente. Tuttavia, non si deve dare mai nulla per scontato e si deve sempre tenere la guardia alta".

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