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La chirurgia sempre più di 'carta', 40% specialisti è soffocato dalla burocrazia

24 giugno 2015 | 13.35
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FOTO FERRARIPRESS/INFOPHOTO  - INFOPHOTO
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La burocrazia sanitaria soffoca il lavoro di 4 chirurghi su 10 (40%) e occupa la metà del loro tempo lavorativo. Pratiche, mail, moduli: la cosidetta 'chirurgia di carta' toglie spazio alle cure e agli interventi. È quanto emerge da una ricerca dell'Acoi, l'Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani, su un campione di oltre 700 chirurghi, presentata durante il Congresso nazionale delle Chirurgie 2015 in corso a Genova. "Il 40% dei chirurghi occupa più della metà della propria attività lavorativa in pratiche burocratiche, mentre per un altro 30% il tempo usato è poco meno di quello impiegato per la propria attività medica. Per due chirurghi su tre, dunque, circa metà della giornata è dedicata alla compilazione di moduli", avverte l'indagine.

La ricerca Acoi ha inoltre evidenziato che nel 12% dei casi, quindi in almeno 1 intervento su 10, il chirurgo non dispone delle tecnologie in grado di assicurare il massimo della garanzia per il paziente. Alla domanda, 'In un intervento di medio-alta complessità hai sempre avuto a disposizione le tecnologie in grado di assicurarti il massimo delle garanzie?' il 2,7% dei chirurghi ha risposto 'mai'; il 9,3% 'quasi mai - 30% dei casi', il 25,4% 'spesso-50% dei casi'. Una carenza diffusa, che talvolta ha determinato un cambio di strategia a causa dell’inadeguatezza dei presidi ospedalieri

"La burocrazia sottrae tempo non solo all’attività chirurgica - osserva Diego Piazza, presidente Acoi e responsabile del Dipartimento emergenza urgenza nell'azienda Policlinico Vittorio Emanuele di Catania - ma agli stessi malati che spesso avvertono la necessità di trascorrere più tempo con il proprio chirurgo per chiarimenti sulle scelte terapeutiche o anche solo per una parola di conforto. Nessun malato è mai stato guarito dalla 'chirurgia cartacea'".

"I tagli lineari hanno depauperato le sale operatorie italiane di beni e servizi spesso indispensabili per la perfetta riuscita di un intervento chirurgico. Inoltre - spiega il presidente Acoi - aumentando la complessità tecnologica delle nostre sale operatorie i presidi devono essere 'calibrati' per l'intervento, infatti basterebbe uno scarto di un millimetro per non poter utilizzare uno strumento".

"Se la precisione chirurgica viene mitizzata nella vita comune essa non può essere poi svilita al tavolo operatorio in nome di un risparmio il più delle volte inesistente perché - conclude Piazza - nel campo medico spesso corrisponde a verità il detto che chi spende meno compra due volte".

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