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Sanita' Lombardia: donazione beni dismessi, braccio di ferro Regione-Biteb

30 aprile 2014 | 19.34
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Milano, 30 apr. (Adnkronos Salute) - Una seconda vita oltre la 'rottamazione'. Non sempre i macchinari medici dismessi da un ospedale che aggiorna il suo parco tecnologico finiscono in un cassonetto. Molti sono ancora funzionali e non così superati da meritare la 'pensione'. La Lombardia ha una legge che dal 2001 permette di ridestinarli a fini umanitari ai Paesi in via di sviluppo. E' stato messo a punto anche un portale in cui domanda e offerta si incontrano. Ma le donazioni, soprattutto di macchinari medici, secondo la direzione generale Sanità della Regione, non decollano. Tanto che, in Commissione Sanità del Consiglio regionale, si sta discutendo un provvedimento che cancella con un colpo di spugna la legge del 2001 per fare spazio a nuove regole.

Si punta a snellire la procedura e a eliminare dei vincoli. E, in caso di approvazione, si allargherebbe la platea di beneficiari. Non più soltanto all'estero nei Paesi poveri, ma anche in Italia. Fino al 1 marzo 2014, la destinazione dei beni dismessi verso nuove mete è stata gestita per conto della Regione dal Biteb (Banco informatico, tecnologico e biomedico). Era il 2007, quando in era Formigoni è stato affidato, tramite un bando, l'incarico all'organizzazione di volontariato (iscritta a un ramo della Compagnia delle opere). Ora la convenzione è scaduta, alcuni progetti sono ancora aperti, Palazzo Lombardia spiega di aver preso in mano le procedure di assegnazione e assicura che "non si sono interrotte".

L'intenzione è di riportare la piattaforma nel suo alveo. Ed è già stato consegnato anche il software sviluppato per smistare l'usato a seconda dei progetti e delle richieste. Ma il Biteb, attraverso il suo rappresentante Feberico Cesari, lancia l'allarme: la catena del 'riciclo' "per quello che sappiamo si è fermata. Ci arrivano telefonate di associazioni in attesa dei beni, ma i progetti non vanno avanti. Un esempio su tutti: l'arcivescovo di Aleppo in Siria ci ha chiamato perché nell'ospedale della città manca una macchina radiologica. L'ospedale di Lecco ce l'ha e ha bisogno di liberarsene, ma il servizio risulta di fatto interrotto". Il Biteb chiede "di non vanificare il lavoro fatto in questi anni e di non smantellare una legge unica che viene considerata una 'best practice' in Europa". (segue)

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