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Sanita': nuovo codice medici 'prevede' uomo bionico e bioterrorismo

17 maggio 2014 | 11.06
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Torino, 17 mag. (Adnkronos Salute) - Cure non pensate per guarire, ma per potenziare funzioni umane, come i sistemi per acuire la vista dei piloti. Oppure conoscenze mediche usate in guerra o per nuocere, come nel bioterrorismo. La deontologia medica si aggiorna sulla spinta della rivoluzione digitale, dell'accelerazione dello sviluppo medico scientifico e dei cambiamenti della società. Questioni che pongono i camici bianchi di fronte a scelte spesso inedite, per le quali il nuovo Codice deontologico, che sta per essere varato, si propone come bussola. Il Consiglio nazionale della Fnomceo (Federazione degli Ordini dei medici) costituito dai 106 presidenti degli Ordini Provinciali, sta lavorando al testo definitivo a Torino, in una tre giorni cominciata ieri e che oggi prevede un workshop pubblico, per il confronto con istituzioni, associazioni, sindacati. Il testo definitivo sarà pronto domani per essere presentato, a Roma, il 23 maggio.

Revisionato sulla base del lavoro svolto dalla Consulta della Fnomceo, tenendo conto degli emendamenti degli Ordini provinciali e delle società scientifiche, il testo del Codice ha ormai preso forma. Molta attenzione è stata dedicata alle parole. Scompare ad esempio - nella bozza all'attenzione del comitato Fnomceo - il termine eutanasia, al medico viene fatto divieto di procurare la morte, anche se richiesta, con parole più dirette. Nel testo in dirittura d'arrivo quattro i nuovi articoli, ciascuno corrispondente a una questione bioetica mai affrontata prima.  La medicina potenziativa, ovvero l'uso della scienza medica non per curare una malattia ma per potenziare prestazioni, funzioni o organi; ma anche la medicina militare, con i suoi rischi di coinvolgimento per i professionisti, dal bioterrorismo alla tortura; le tecnologie informatiche, con le possibilità di cura e assistenza a distanza e rapporti 'mediati' con il malato, infine,  l'organizzazione sanitaria, dalla quale il medico non può e non vuole chiamarsi fuori. (segue)

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