(Adnkronos Salute) - Quanto al successivo atto (il via libera al progetto Stamina) del Comitato etico, "noi non abbiamo modificato il parere sull'applicabilità del decreto Turco Fazio 2006 sulle cure compassionevoli - precisa De Ferrari - Sull'eventuale mancanza di requisiti richiesti, la direzione generale ha risolto il problema chiedendo una precisazione all'Aifa. Il comitato etico non ha cambiato idea, ma ha preso atto del fatto che non c'erano condizioni ostative rispetto all'ostacolo in questione. E' stato un cambio di decisione supportato da un'interpretazione modificata dei requisiti, di cui prendemmo atto perché la cosa non era di nostra competenza. Noi non dobbiamo valutare l'idoneità di una struttura che è certificata dall'azienda ospedaliera, ma nella nostra fase operativa c'è comunque in aggiunta la richiesta di una dichiarazione del direttore dell'unità complessa sulla possibilità di ospitare un'attività".
"Noi - aggiunge - ci siamo sentiti confortati dal parere di Luciano Eusebi", professore di Diritto penale alla Cattolica di Milano, "e dalla nota di Guido Rasi (ex Aifa) inviata a Marino Andolina che allora era in forze all'Istituto Burlo Garofolo di Trieste, sull'applicabilità di quel particolare comma del decreto Turco Fazio 2006, usato come riferimento normativo. Poi intervengono altri fattori: la comunicazione della dirigente del ministero della Salute che chiedeva se fosse possibile trattare a Brescia il caso del piccolo" D.T. "affetto da malattia di Niemann Pick, seguito in precedenza al Burlo, lo stesso bimbo oggetto di un altro carteggio fra l'azienda e un altro dirigente ministeriale, Massimo Casciello. Saremo stati ingenui, ma abbiamo messo insieme la posizione dell'Aifa e le note dei funzionari ministeriali, e questo per noi voleva dire che le due autorità non dicevano no, non avevano nulla da obiettare, così siamo andati avanti". (segue)
