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Il comparto industriale produzione di bulloni valuta l'impronta ambientale

08 febbraio 2014 | 10.15
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Il comparto industriale produzione di bulloni valuta l'impronta ambientale

Sottoscritto a Monfalcone un nuovo accordo volontario per la valutazione dell'impronta ambientale che coinvolge il comparto industriale relativo alla produzione di bulloni. Il direttore generale del ministero dell'Ambiente, Corrado Clini, e il presidente del gruppo Vescovini, Alessandro Vescovini, hanno firmato l'intesa che si inserisce nell'ambito del programma del ministero dell'Ambiente per la valutazione dell'impronta ambientale che coinvolge oltre 200 aziende del italiane, su base volontaria, in azioni di analisi e riduzione delle emissioni, in linea con le politiche del 'Protocollo di Kyoto' e del 'Pacchetto Clima - Energia' dell'Unione Europea.

Con questa intesa l'azienda friulana si impegna a condurre l'analisi e la contabilizzazione delle emissioni di Co2 prodotte (carbon footprint) nonché l'impatto sulle risorse idriche (water footprint) nell'ottica di una loro riduzione.

''La protezione dell'ambiente in Italia e il miglioramento delle performance ambientali delle imprese passano per le imprese stesse: questo il valore dell'accordo di oggi e del coinvolgimento delle istituzioni nel progetto energetico per rilanciare l'industria locale'' spiega Clini.

A Monfalcone è stato presentato anche un progetto relativo alla realizzazione di un piccolo rigassificatore, con una capacità produttiva di 800 milioni di metri cubi di Gnl. Il progetto del mini-rigassificatore è condiviso con un gruppo di imprese ed è stato concepito per soddisfare il fabbisogno di energia a prezzi competitivi del comparto industriale friulano.

Le caratteristiche dell'impianto di Monfalcone, illustrate nel corso dell'incontro di presentazione, assicurano risultati sul piano ambientale (in termini di ridotto impatto degli impianti installati nell'area industriale del Lisert, corretto utilizzo delle risorse e recupero delle acque di raffreddamento della centrale Enel, compatibilità con le aree protette e con la pianificazione territoriale). L'impianto inoltre intende diventare un prototipo, adatto ad essere replicato, per le sue ridotte dimensioni e le sue caratteristiche tecnologiche e produttive, in altri porti italiani.

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