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Territorio, Agia-Cia: "Regole più stringenti per difesa suolo"

07 aprile 2014 | 17.00
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''Il terreno agricolo deve consentire agli agricoltori di fare reddito e non essere fonte di rendita. Per questo è necessaria e impellente una regolamentazione più stringente del consumo di suolo che, partendo dalla proposta di legge De Girolamo, ponga in essere politiche di interdizione e di indirizzo ma anche di riqualificazione dei centri urbani e di riutilizzo del patrimonio edilizio esistente''. E' quanto afferma il presidente dell'Agia-Cia Luca Brunelli.

Secondo lo studio dell'Ispra, presentato recentemente, ''l'espansione delle aree urbanizzate e artificiali nel nostro Paese cresce al ritmo di 8 metri quadrati al secondo: ma non è solo colpa dell'edilizia -ricorda Brunelli-. In Italia si consuma, infatti, suolo anche per costruire infrastrutture. Le aree coperte da edifici costituiscono il 30% del totale del suolo consumato, mentre le infrastrutture di trasporto rappresentano ben il 47% del totale. Altre superfici asfaltate o scavate, come parcheggi, piazzali, cantieri, discariche o aree estrattive, costituiscono il 14% del suolo consumato''.

Si tratta, aggiunge Brunelli, "di un processo che negli ultimi 40 anni ha comportato la perdita di superfici agricole e naturali e di aree ad alto valore ambientale. Un'urbanizzazione con molteplici conseguenze, anche sui cambiamenti climatici, sull'acqua e sulla capacità di produzione agricola''. Nel dettaglio, ''guardando gli intervalli temporali monitorati (1988-1993, 1998-2001 e 2004-2007), è chiaro come il consumo di suolo è aumentato in tutte le principali categorie, dalle aree urbane alle aree agricole, dalle aree boscate alle zone umide''.

In particolare ''le categorie a vocazione agricola più colpite -evidenzia Brunelli- risultano essere le coltivazioni permanenti, i seminativi in aree non irrigue (9 per cento), i prati stabili (7,9 per cento) e le zone agricole eterogenee (11,3 per cento)''.

Inoltre ''i dati confermano la crescita consistente delle superfici artificiali, con un tasso di variazione annuo che rimane pressoché costante nel periodo 1990-2008 a discapito principalmente dei suoli agricoli. Dal 1990 al 2008, sono stati destinati a nuovo uso 12.626 km quadrati di territorio agricolo per far posto ad aree urbane e, in misura minore, ad aree forestali''.

"Ora serve una regolamentazione ferrea e rigorosa sul tema -conclude il presidente dell'Agia- e molto importanti saranno i prossimi anni, poiché possibili misure potrebbero contribuire a un contenimento dei tassi di crescita del consumo del suolo, soprattutto nelle aree periurbane e pianeggianti a elevata vocazione agricola''.

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