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I "pitocchi" di Giacomo Ceruti nel Museo Lechi di Montichiari (Bs)

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09 ottobre 2015 | 09.02
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Una raccolta di quadri che privilegia la scuola lombarda dal Cinquecento al Settecento, con un occhio di riguardo verso i protagonisti della cosiddetta “pittura della realtà” quotidiana, di cui in bresciano Giacomo Ceruti detto “il Pitochetto” fu tra i maggiori interpreti. La collezione Lechi, conservata nell’omonimo Museo ospitato nelle sale di Palazzo Tabarino di Montichiari (tra le colline moreniche a sud del Lago di Garda), espone ben sette dipinti del grande pittore di “pitocchi” (povera gente, accattoni o mendicanti), tra i quali spicca per importanza la “Donna che fa la calza”, vero e proprio capolavoro databile intorno al 1730 in origine facente parte del famoso “ciclo di Padernello” realizzato dal Pitocchetto per una committenza aristocratica bresciana ancora misteriosa. In tutto nel Museo (www.montichiarimusei.it) sono esposte 185 opere d’arte tra dipinti, disegni e stampe alle quali si aggiungono un importante servizio da tavola composto da un centinaio di delicate porcellane e una biblioteca con circa 1500 volumi di argomento storico-artistico. A poca distanza, sul colle di San Pancrazio che domina il nucleo storico della città, il Castello Bonoris è uno degli esempi architettonici di stile neogotico più importanti della Lombardia. Circondato da un vasto parco, con torri e mura merlate, saracinesche a scomparsa e ponti levatoi, fino alla fine di ottobre è visitabile ogni sabato e domenica. All’interno arredi d’epoca e una cassaforte segreta.

(Adnkronos/Travelnews24.it)

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