'Non è facile capire situazione'
Per Bper sarà necessario "attendere ancora alcuni mesi per capire se sarà possibile un merger con un'altra popolare. E' un periodo di transizione". Lo sostiene Alessandro Vandelli, Ad di Bper, in conference call con gli analisti per i conti del trimestre. A chi gli chiedeva se fare la prima mossa potrebbe essere una strategia vincente, Vandelli sostiene che "potrebbe sì essere vantaggioso, ma è difficile capire per ora quale sia la mossa giusta".
Sul 'toto nomi' per un possibile partner, si parla di Bpm "per molte ragioni". Vandelli ribadisce che il Veneto e la Lombardia sono le aree 'predilette' per cercare un'aggregazione ma, ammette, "una fusione con una non quotata (ad esempio Veneto Banca e Bpvi, ndr) è molto, molto difficile". In generale, le discussioni con altre banche "sono difficili perché ognuna ha la sua idea di merger ed è difficile trovarsi d'accordo".
In più, qualsiasi operazione di fusione "ha qualche rischio e il nostro obiettivo è creare valore, non cambiare la nostra dimensione. In questa situazione - conclude - non è importante fare un merger ma è importante fare quello giusto".
"Non so se sarà possibile fare una bad bank in Italia, siamo in ritardo e questa opportunità mi sembra difficile". Lo afferma Vandelli che riterrebbe importante "una riforma fiscale per il sistema bancario italiano". In generale, per il gruppo, è stato un trimestre "molto positivo" sul fronte degli npl.
L’ammontare dei crediti deteriorati netti, nel trimestre, è di 6,6 miliardi, in crescita dell’1% rispetto alla fine del 2014 indicando una stabilizzazione della massa complessiva, mentre gli accantonamente sui crediti si riducono registrando il livello più basso degli ultimi 10 trimestri, a conferma dell’avvio di una fase di graduale normalizzazione del costo del credito.
