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Cavanna (Cipomo), 'oncologia di prossimità per evitare viaggi della salute'

19 luglio 2022 | 15.03
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Cavanna (Cipomo), 'oncologia di prossimità per evitare viaggi della salute'

"L’ospedale può rivestire un ruolo importantissimo nella decentralizzazione delle cure sul territorio per pazienti oncologici, segnatamente per le pazienti con tumore al seno; infatti vi sono evidenze già pubblicate che testimoniano come sia attuabile un’oncologia di prossimità secondo un modello che vede un unicum (gestionale e di personale) per la cura dei pazienti fra ospedale centrale e cure territoriali garantendo appropriatezza e sicurezza terapeutica. Ed evitare così ai pazienti i “viaggi della salute” per sottoporsi a trattamenti chemioterapici". Così Luigi Cavanna, presidente Cipomo (Collegio italiano primari di oncologia medica) e direttore Dipartimento oncologia-ematologia Azienda Usl di Piacenza, intervenendo questa mattina alla presentazione del documento “Onconnext - Tumore al seno e oncologia territoriale, un binomio necessario”, che per la prima volta vede le principali associazioni di pazienti con tumore al seno sottoscrivere un paper su questo tema: Andos onlus, Europa Donna Italia, Favo Donna, IncontraDonna onlus e Salute Donna onlus.

"Viaggi e trasferimenti dalla casa al centro di cura - aggiunge - non sono solo una questione di chilometri, ma qualcosa di più complesso. Spesso il paziente è accompagnato da un caregiver che perde giornate di lavoro, lo stesso paziente il più delle volte è costretto a impiegare molto tempo per arrivare al parcheggio dell’ospedale o del day hospital. Sono tutti aspetti ai quali non si pensa ma che, invece, sono molto importanti perché pesano sulla qualità di vita del paziente e della famiglia".

“Portare le cure vicino al domicilio del paziente è sicuramente un avanzamento culturale oltre che pratico – sottolinea Cavanna -. Insostituibile in questo processo di cambiamento è il contributo che viene dato dalle associazioni dei pazienti perché riescono a portare ai medici i bisogni dei pazienti oltre che collaborare con l’organizzazione sanitaria e i decisori per far sì che tali bisogni vengano gestiti al meglio”. Un esempio “è il diritto all’oblio: è fondamentale che ad una persona guarita dal tumore venga tolto lo stigma di malato di cancro. E su questo aspetto le associazioni dei pazienti hanno svolto un ruolo importantissimo", conclude.

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