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Coronavirus, tentato attacco hacker allo Spallanzani

01 aprile 2020 | 14.38
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Indaga la Procura di Roma

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"C'è stato anche un attacco hacker allo Spallanzani ma senza successo". Lo ha detto l’assessore alla Sanità e Integrazione socio sanitaria Alessio D’Amato durante la conferenza stampa insieme al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. "Quello del San Camillo", dove c'è stato un sabotaggio nei laboratori dell'ospedale, "è invece una vera e propria demolizione degli elaboratori", "hanno rotto e staccato cavi". Un attacco "vigliacco", ha detto D'Amato.

Sul tentativo di attacco hacker ai danni dell'ospedale Spallanzani, avvenuto una settimana fa, indaga la Procura di Roma. Nel procedimento, coordinato dal procuratore capo Michele Prestipino e aperto in seguito a una denuncia, si ipotizzano reati informatici tra cui accesso abusivo a sistema informatico.

Alcuni attacchi informatici "ai danni di strutture italiane di eccellenza attualmente impegnate nel fronteggiare l’emergenza sanitaria in atto relativa al Covid-19", sono stati oggetto, qualche giorno fa, di una riunione straordinaria del Nucleo Sicurezza Cibernetica, l’organo, presieduto dal Vice Direttore Generale con delega al cyber del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (Dis), cui è affidato il compito di gestire eventuali crisi cibernetiche e di curare la preparazione e prevenzione in materia di sicurezza informatica. La riunione, informa una nota, si è tenuta in formato ristretto, alla presenza delle sole componenti dell’intelligence (Aise ed Aisi) e della polizia postale (Cnaipic).

Alla luce delle evidenze disponibili, gli esperti del Nucleo hanno valutato "che gli episodi rappresentano una ricaduta 'fisiologica' della situazione in corso, che sollecita appetiti di varia natura, per lo più di matrice criminale. Il Nucleo ha comunque provveduto ad allertare, attraverso il Cnaipic, la rete sanitaria nazionale perché innalzasse le difese su reti ed infrastrutture".

Del resto, viene rilevato, "i casi, singoli, registrati in Italia vanno letti come episodi di un fenomeno di portata mondiale, come l’emergenza Coronavirus che cerca di sfruttare, spesso con attacchi cd. 'ransomware', ispirati cioè da finalità di lucro e non dall’intento di esfiltrare dati sensibili. Non è un caso che qualche giorno addietro la rete dei Csirt (Computer Security Incident Response Teams) europei abbia innalzato il livello di allerta per la possibile crescita di azioni di cybercrime e che la stessa polizia postale abbia, già prima dei più recenti sviluppi, invitato i cittadini ad alzare la guardia rispetto a iniziative 'malevole' che giocano proprio sulle preoccupazioni legate alla pandemia. Vari, del resto, i precedenti al di fuori dei confini nazionali". Resta comunque "altissima la vigilanza da parte dei nostri apparati di sicurezza, che sono costantemente impegnati a garantire un’idonea cornice di sicurezza agli operatori impegnati in prima linea".

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