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Covid, perché i casi aumentano e l'Rt no?

09 settembre 2020 | 19.45
LETTURA: 1 minuti

La risposta dell'Istituto Superiore di Sanità

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

Perché l’Rt nazionale non sempre cresce sopra 1 se i casi aumentano, come sta accadendo nelle ultime 5 settimane in Italia? E' una delle domande frequenti che ricorrono ultimamente rispetto all'indice - ormai diventato quasi 'familiare' anche al grande pubblico - che descrive il tasso di contagiosità dopo l'applicazione delle misure di contenimento della malattia. A rispondere è l'Istituto Superiore di Sanità che dedica sul suo sito un approfondimento sul metodo di calcolo dell'Rt.

"Nelle ultime 5 settimane in Italia - si legge nel focus - si è assistito ad un aumento nell’incidenza dei casi di Covid-19 mentre l’Rt calcolato sui casi sintomatici non sempre ha superato il valore medio di 1 nello stesso periodo, tranne nell’ultima settimana. Sebbene possa non essere intuitivo, i due dati - chiarisce l'Iss - non sono in contraddizione ma danno informazioni complementari". E questo "perché i due indicatori sono calcolati su dati leggermente diversi. Infatti il conteggio dei casi si riferisce al numero complessivo delle persone con infezione confermata da SarS-CoV-2 diagnosticate ciascun giorno sul territorio italiano (per data di diagnosi), mentre l’Rt è calcolato sul sottogruppo dei casi con sintomi non importati e riferito ai tempi in cui questi sintomi si sono sviluppati (per data di inizio sintomi). Quindi - conclude l'Iss - il calcolo dell’Rt è relativo ad una parte della curva e ad un periodo temporale 'sfalsato' di circa 1 settimana".

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