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Covid, pressing scienziati su anticorpi monoclonali: "Cosa aspettiamo?"

16 dicembre 2020 | 14.24
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Immunologa Viola: "Ritardo Europa sorprendente". Silvestri: "Cosa blocca l'introduzione?"

Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)

"Gli anticorpi monoclonali delle aziende Lilly e Regeneron sono stati già da tempo approvati dalla Fda" americana "per uso d'emergenza. Perché non in Europa?". Se lo chiede l'immunologa dell'università di Padova Antonella Viola, ma se lo domanda anche il virologo della Emory University di Atlanta Guido Silvestri: "Non capisco cosa stia bloccando l'introduzione degli anticorpi di Lilly e/o Regeneron, che qui" negli States "usiamo con risultati molto incoraggianti", assicura. "E' sorprendente questo ritardo dell'Europa: cosa stiamo aspettando?", incalza Viola.

"L'autorizzazione Usa - ricorda la scienziata su Facebook - riguarda pazienti di almeno 12 anni, non ospedalizzati (quindi nelle fasi iniziali dell'infezione), ma ad alto rischio di sviluppare Covid-19 in forma severa (obesi con Bmi maggiore di 35; più di 65 anni; con malattie croniche come diabete, malattie renali, cardiovascolari, respiratorie, etc.). Sembra sempre più evidente che i tempi fanno la differenza e che prevenire lo sviluppo della forma grave della malattia sia più efficace che intervenire tardi".

Dopo l'avvio delle vaccinazioni negli Stati Uniti con il prodotto-scudo di Pfizer/BionTech, e l'annuncio della Fda di un via libera imminente anche per il vaccino dell'americana Moderna, Silvestri spiega che "molti mi chiedono della situazione in Italia. La risposta è 'non lo so' - scrive il fondatore della rubrica social 'Pillole di ottimismo' - In particolare, non conosco il razionale scientifico per cui si sia puntato su altri vaccini (i.e., AZ/Oxford), e non capisco cosa stia bloccando l'introduzione degli anticorpi. Né capisco perché i media non parlino di questi due punti, su cui si gioca la vita di molte migliaia di persone. Forse perché è più scomodo del dire ai cittadini 'tenete la guardia alta'?".

Tornando alla situazione d'oltreoceano, "siamo partiti con il nostro 'sbarco in Normandia' - lo chiama Silvestri - l'inizio del programma di vaccinazione di massa per Covid-19 della popolazione americana. Abbiamo cominciato con il vaccino a Rna della Pfizer/BionTech per gli operatori sanitari", ed "è arrivata la notizia che il comitato tecnico della Fda ha dato parere favorevole anche all'altro vaccino a Rna della Moderna. La tempistica per il vaccino Moderna ora prevede il meeting del" comitato "Vrbpac (giovedì 17) e l'approvazione finale della Fda (venerdì 18), a cui dovrebbe seguire l'inizio delle vaccinazioni, probabilmente il 21 dicembre".

"Quindi la cavalleria - vaccini e anticorpi - è effettivamente arrivata prima di Natale, come io avevo previsto fin da alcuni mesi fa. Ora il terreno della sfida cambia", avverte il virologo, e "diventa sostanzialmente una 'battaglia di implementazione', cioè di dare a quante più persone possibili e il più presto possibile l'opportunità di beneficiare sia degli anticorpi monoclonali neutralizzanti (che riducono il rischio di malattia severa del 75-90%) che dei vaccini a Rna (che riducono il rischio di acquisizione del virus del 95%). La scienza ci ha dato le armi - conclude Silvestri - ora sta a tutti noi usarle sul campo e vincere questa guerra una volta per tutte".

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