''Il miglioramento della fiducia delle famiglie e degli ordinativi dal versante produttivo non sono ancora in grado di stimolare i consumi'': questo il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio ai dati Istat di oggi sulle vendite al dettaglio e sulla fiducia dei consumatori. ''Infatti, al netto della componente relativa ai prezzi, la dinamica delle vendite sia in termini congiunturali che tendenziali rimane negativa - sottolinea Confcommercio - confermando, in maniera molto chiara, come la domanda per consumi non abbia minimamente beneficiato di questi timidi segnali e che la ripresa è ancora tutta da costruire''.
''A soffrire di questa situazione - prosegue la nota - sono principalmente le imprese di minori dimensioni, per le quali il trend negativo si protrae ormai da alcuni anni, mentre dati migliori si rilevano per la formula discount, a segnalare come la tendenza alla ricomposizione al ribasso del mix qualitativo non sia ancora giunta a un punto di equilibrio''.
''E' evidente - conclude Confcommercio - che il miglioramento registrato a marzo dalla fiducia delle famiglie costituisce, comunque, un importante segnale di potenziale inversione di rotta per i prossimi mesi anche se, per potersi tradurre in maggiore spesa, rimane indispensabile il concreto avvio di misure di incremento del reddito disponibile reale delle famiglie''.