La legale all'Adnkronos: "Con la nuova norma, se non c'è un consenso 'libero' e 'attuale', c'è violenza sessuale. Riforma necessaria anche per tutte quelle donne che non possono dire di No perché sotto l'effetto di stupefacenti, farmaci o alcol"
"Su questa riforma si dicono tante cose sbagliate: non è assolutamente vero che prevedere l'elemento del consenso 'libero e attuale' nel reato di violenza sessuale, come dice la norma in fase di approvazione, significa introdurre un'inversione dell'onere della prova e cioè, come tanti dicono, che poi saranno gli accusati a dover dimostrare che ci sia stato il consenso. Questo è falso". A dirlo all'Adnkronos è l'avvocato Valeria De Vellis, matrimonialista ed esperta in diritto di famiglia. "Anche con la nuova norma, la vittima farà la denuncia sotto la propria responsabilità e poi dovrà sempre essere il Pubblico Ministero a dover dimostrare che quel rapporto è avvenuto senza un libero consenso. Parlare di rischio di inversione dell'onere della prova è un grande errore giuridico. Certo, è un'affermazione molto suggestiva, ma è sbagliata".
Secondo l'avvocato De Vellis, "questa norma è importante perché, senza stravolgere il reato, esplicita quello che peraltro la giurisprudenza sta facendo oggi, tirando fuori questo concetto dalla norma vigente. E cioè: se non c'è un consenso libero e attuale, c'è stupro, c'è violenza sessuale. Questa riforma è necessaria perché c'è una casistica molto ampia che i tribunali si trovano quotidianamente ad affrontare di situazioni in cui la vittima non è in grado di esprimere il consenso, come per esempio nel caso di ubriachezza, di alterazione per l'uso di sostanze o di farmaci, o nei casi di persone sedate per motivi sanitari. Tutte vittime che non sono in grado di dire "no". Dire che il consenso deve essere 'libero' significa che deve essere consapevole e certamente una persona ubriaca o che ha preso delle droghe non è in grado di esprimere un consenso libero e consapevole. In tutti questi casi, con la nuova norma, c'è violenza sessuale".
"Poi - prosegue l'avvocato - c'è l'altra questione, quella dell''attualità' del consenso, importante perché ancora oggi, purtroppo, nella aule di giustizia esiste il pregiudizio per cui prestato il consenso una volta, quel consenso sia sempre valido. In Italia ci sono ancora tanti uomini che presumono il consenso perché sei la moglie, perché sei la fidanzata, perché in passato ci sei stata... Con la nuova norma, invece, il consenso deve essere attuale, cioè deve esserci nel momento in cui avviene il rapporto: con la nuova norma il "no" detto in quel momento supera qualsiasi "sì" detto prima. Non si può presumere il consenso sulla base dell'esistenza di una relazione, se un partner dice "no" l'altro si deve fermare". Questa legge, ricorda ancora l'avvocato Valeria De Vellis, "è una legge di civiltà che ci chiede l'Europa con una direttiva del 2024, che già è presente in 16 Paesi dell'Unione, in cui è previsto il consenso come elemento costitutivo del reato di violenza sessuale. Poi c'è un'altra obiezione molto suggestiva che è relativa alle false denunce alla quale rispondo che le false denunce ci sono anche oggi, ma i processi si fanno proprio per questo. Anche un furto può essere falsamente denunciato, ma nessuno pensa di eliminare il reato di furto. Non possiamo, per il timore delle false denunce, rinunciare a difendere le vere vittime".