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Discarica di Bussi, per 90 anni mercurio nell'ambiente

03 aprile 2014 | 20.35
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Discarica di Bussi, per 90 anni mercurio nell'ambiente

Roma, 3 apr. (Adnkronos Salute) - "Lo sversamento incontrollato e massivo di mercurio nel sito di Bussi ha avuto luogo sin dal 1902 protraendosi fino agli '90 in corrispondenza con le attività legate all'impianto per produzione di cloro-soda". Una contaminazione che ha riguardato anche gli alimenti, i pesci, in particolare, nei quali fu trovato nel 1972, così come nei capelli dei pescatori. Sono alcuni passaggi della relazione a cura dell'Istituto Superiore di Sanità in merito alla pericolosità per la salute umana dei fenomeni di contaminazione delle acque nel sito di Bussi sul Tirino 30 gennaio 2014, depositata al processo in Assise a Chieti sulla discarica 'dei veleni' abruzzese.

La relazione dell'Iss rivela che in uno studio del 1972 sui pesci catturati alla foce del fiume Pescara e nel mare antistante, così come nei capelli dei pescatori che consumavano pesce giornalmente, furono riscontrati valori superiori alla legge dal 4,5 sui pesci e 14 volte sugli esseri umani. Dati preoccupanti anche per quanto riguarda il piombo "gli unici dati rinvenibili sulla contaminazione di prodotti vegetali - si legge nella relazione - si riferiscono ad uno studio del 1981 che ha preso in esame alcuni campioni di vegetali coltivati in prossimità del fiume Pescara rinvenendo concentrazioni medie di piombo pari a 14.6 mg/kg in germogli di grano, 8.1 mg/kg in cariossidi di grano, 20 mg/kg in foglie di olivo. Già basandosi sullo stato delle conoscenze dell'epoca gli autori valutarono tali concentrazioni 'superiori a quelli naturali' e 'tipici tenori delle zone industrializzate'".

"Oggi - continua la relazione - basandoci su una consistente base di informazione (Efsa 2013) possiamo valutare i valori medi riscontrati sui vegetali raccolti nell'intorno del sito come, nel caso dei germogli di grano, ca. 292-561 volte superiori ai livelli tipici di concentrazione di piombo rinvenibili nell'alimento e, nel caso dei semi di cereali, ca. 158-225 volte superiori ai livelli tipici di concentrazione di piombo rinvenibili nell'alimento".

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