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Droga: Ros sgomina organizzazione transnazionale attiva a Milano, 28 arresti

11 luglio 2014 | 17.51
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Colpite le 'bande' più attive e storiche nel narcotraffico del quartiere di Quarto Oggiaro

(Infophoto)
(Infophoto)

Questa mattina i carabinieri del Ros e dei Comandi Provinciali di Milano, Como, Torino, Caltanissetta, Reggio Calabria e Bari hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Milano Stefania Donadeo, nei confronti di 28 indagati per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata per aver favorito sodalizi di tipo mafioso. In particolare, 23 indagati sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere e 5 agli arresti domiciliari.

L'operazione rientra nell'inchiesta coordinata a Milano dal sostituto procuratore Marcello Musso e condotta dal Ros nei confronti di una organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, già oggetto di tre precedenti interventi repressivi, eseguiti rispettivamente nell'ottobre 2009, nel febbraio 2010 e nel novembre 2011, con l'esecuzione di misure cautelari in carcere nei confronti di 119 indagati.

In particolare, le precedenti fasi investigative avevano colpito tre sodalizi riconducibili alla criminalità organizzata pugliese e campana, radicati nel capoluogo milanese e dediti al traffico di hashish e cocaina. Lo sviluppo internazionale delle indagini aveva consentito di individuare i canali di approvvigionamento del narcotico, trasportato dal Marocco e dalla Spagna in Italia anche a bordo di natanti, per la successiva commercializzazione nel capoluogo lombardo e, in particolare, nel quartiere di Quarto Oggiaro.

Un intervento aveva, infine, interessato un sodalizio capeggiato da Paolo Salvalaggio e da due ulteriori gruppi criminali, riforniti dal primo di stupefacente, rispettivamente riconducibili a Mario Salea e Francesco Crisafulli, quest'ultimo assassinato il 24 maggio 2009, con quattro colpi di pistola, in un bar di Quarto Oggiaro. Gli arresti di oggi rappresentano la fase conclusiva dell'indagine ''Pavone'' e colpisce alcuni sodalizi in collegamento reciproco, attivi in diverse province della Lombardia, nel traffico di stupefacenti.

In particolare c'è un gruppo capeggiato dai fratelli Crisafulli, Biagio e Alessandro, storici esponenti della criminalità del quartiere milanese di Quarto Oggiaro, detenuti in seguito ad una condanna per omicidio, rappresentati sul territorio dall'indagato Domenico Palazzolo. Il sodalizio, che si era alleato con un altro gruppo criminale riconducibile a Emanuele Tatone, anch'egli assassinato in Quarto Oggiaro nell'ottobre del 2013, aveva assunto il controllo monopolistico delle piazze di spaccio del predetto quartiere milanese, attraverso l'imposizione delle forniture di narcotico agli spacciatori locali, approvvigionati in quantitativi ingenti.

L'indagine ha documentato anche il ruolo assunto dalle mogli di Alessandro e Biagio Crisafulli, che si adoperavano per comunicare all'esterno gli ordini che i mariti impartivano loro in occasione dei colloqui carcerari, garantendo in tal modo il collegamento con gli associati liberi.

C'è poi il gruppo diretto da Giuseppe Muscatello (figlio di Salvatore, condannato nel processo ''Infinito'' quale capo del locale di 'ndrangheta di Mariano Comense) e dai figli Salvatore e Stijven, dedito all'acquisto di cocaina, hashish e marijuana, successivamente venduta a gruppi dell'hinterland milanese e del comasco. Poi il gruppo che fa capo a Ruggiero Dicuonzo ed al figlio Vincenzo, dedito al traffico di cocaina, approvvigionata in Milano dal gruppo di Muscatello e dei 'Fidanzati', ma destinata al rifornimento di complici attivi in Barletta e Trani.

Con gli interventi di oggi si conclude così una complessa attività investigativa che ha colpito i numerosi gruppi criminali che componevano una articolata filiera di narcotrafficanti, ricostruita interamente dalle indagini del Ros, dall'individuazione dei canali di approvvigionamento all'estero, sino ai responsabili della commercializzazione sulle piazze di spaccio meneghine e delle province limitrofe.

Questa mattina, nel corso delle perquisizioni sono stati trovati e sequestrati una pistola calibro 9X21 con matricola abrasa, un bilancino di precisione, un apparato elettronico per la individuazione di microspie e circa 10 mila euro in contanti.

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