Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Da Paolo, il pusher romano appena adolescente che 'smezza' le canne con gli amici, ma fa i soldi con la coca senza sentirsi troppo in colpa, a Gianni che beve 12-13 birre al giorno dal venerdì alla domenica, e a 17 anni è ormai un alcolista da poco passato al whisky per lo sballo del weekend. Sembrano usciti da un film straniante i giovanissimi protagonisti di 'Maladolescenza: quello che i figli non dicono' (Piemme), l'ultimo libro di Maria Rita Parsi e del giornalista Mario Campanella. Un viaggio esperenziale all'interno del mondo dell'adolescenza compiuto attraverso la raccolta diretta di 15 storie di ragazzi italiani, da Torino a Canicattì, che confessano abitudini e stile di vita.
Dalla ragazza siciliana che "sogna ad occhi aperti di uccidere la madre", al giovane razzista che immagina un mondo "senza negri" e che per questo vuole trasferirsi in Austria, il testo offre uno sguardo su un'alterità che il mondo degli adulti spesso non riesce ad intercettare. Ogni capitolo prende in prestito il titolo di un grande film o di una grande canzone: da 'Tutto su mia madre' a un 'Mercoledì da Leoni' emerge il quadro di una infanzia che non conosce più gerarchie ma si trova a dover sopravvivere con conflittualità nichiliste e narcisiste. Una defamilizzazione causata, scrivono gli autori, anche dal paradosso adultescenziale di genitori a loro volta ancora imbrigliati in una transizione indefinita. (segue)
