cerca CERCA
Venerdì 26 Aprile 2024
Aggiornato: 19:24
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Estorsione e concorrenza illecita, in manette Nicola Cosentino

03 aprile 2014 | 16.11
LETTURA: 3 minuti

Estorsione e concorrenza illecita, in manette Nicola Cosentino

L'ex sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino è stato arrestato giovedì mattina dai carabinieri di Caserta nell'ambito di un'indagine della Procura di Napoli sull'attività di gestione di impianti di distribuzione di carburanti tra Casal di Principe e Villa di Briano, nel casertano.

GLI ALTRI ARRESTI - Sono finiti in manette anche i fratelli, Giovanni e Antonio Cosentino, e altre 10 persone, tra cui tre funzionari dell'Ufficio tecnico del Comune di Casal di Principe, un funzionario della Regione Campania e due dipendenti della Kuwait Petroleum Italia. Complessivamente l'inchiesta della Dda ha portato a 6 arresti in carcere e 7 ai domiciliari.

Tra i destinatari dell'ordinanza di misura cautelare ci sono anche Antonio e Pasquale Zagaria, fratelli del boss del clan dei Casalesi Michele catturato nel 2011. Entrambi sono già detenuti in carcere per altra causa.

I REATI - I reati contestati, a vario titolo, agli indagati sono estorsione, concussione, illecita concorrenza con violenza o minaccia, calunnia, favoreggiamento personale, riciclaggio, con l'aggravante del metodo mafioso.

LE PERQUISIZIONI - Durante l'esecuzione dei provvedimenti, i carabinieri di Caserta hanno eseguito anche perquisizioni a soggetti coinvolti nell'indagine ma non destinatari di misura cautelare, attraverso cui è stato possibile per i pm rinvenire documenti utili alle indagini.

IL RAPPORTO CON I CASALESI - La Dda sostiene che l'ex parlamentare vanta un ''rapporto stabile'' con i Casalesi, tanto che ''i vertici del clan avevano imposto agli affiliati il divieto di estorsioni ai danni degli impianti riconducibili a Cosentino''.

L'INCHIESTA - Secondo quanto emerge dall'inchiesta della Dda, Cosentino e i fratelli "attraverso un sistema di coercizione nei confronti di amministratori e funzionari pubblici locali", avrebbero costretto il Comune di Casal di Principe e la Regione Campania ad adottare atti illegittimi "per impedire o rallentare la creazione di altri impianti da parte di società concorrenti" nell'ambito della distribuzione di carburanti.

Dall'indagine emerge un sistema criminoso capace di "incidere profondamente" sul regolare andamento del mercato procurando una "illecita posizione di vantaggio" nella quale operavano le ditte riconducibili alla famiglia Cosentino.

Nucleo essenziale della vicenda, la pratica di autorizzazione ottenuta dall'imprenditore L. G. dal Comune di Villa di Briano, per l'apertura di un impianto di carburanti che, di fatto, paralizzava la possibilità per i fratelli Cosentino di ottenerne una analoga nel confinante comune di Casal di Principe a causa della mancanza della distanza minima di 5 km richiesta dalla normativa.

Per questo Antonio, Giovanni e Nicola Cosentino avrebbero istigato due dirigenti dell'Utc di Casal di Principe a rilasciare comunque e illecitamente all'Agip Petroli, società considerata partner dei Cosentino, un'autorizzazione edilizia con "palesi vizi di legittimità e in mancanza dei principali pareri previsti dalla legge".

Le minacce nei confronti di L. G., la cui collaborazione è considerata "di estrema importanza" dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli nella ricostruzione dei fatti, sono state reiterate nel tempo anche dopo l'entrata in vigore della legge che dal 2008 ha liberalizzato il settore della distribuzione di carburanti.

Dalle indagini è emersa "la spregiudicatezza dei fratelli Cosentino nella gestione del loro potere economico e l'asservimento a tale scopo del concorrente potere politico accumulato da Nicola Cosentino e del rapporto di scambievole interesse con esponenti del Clan dei Casalesi".

Cosentino si è ''attivamente interessato per l'andamento degli affari delle imprese di famiglia'', nonostante questa sia una ''circostanza finora sempre negata dallo stesso imputato'' e invece ritenuta ''significativa'' dal Gip ai fini delle esigenze cautelari.

Dalle indagini è emerso che l'ex parlamentare, anche nel periodo in cui era ai domiciliari, avrebbe avuto contatti telefonici con esponenti politici di primo piano.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza