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Expo: Albertini, ci vorrebbe un nuovo 'Ali Baba'', controlli interni essenziali

10 maggio 2014 | 18.07
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Per scongiurare episodi come quelli ora sotto inchiesta della magistratura milanese relativamente, tra l'altro, agli appalti per l'Expo, "ci vorrebbe Ali Babà" e un responsabile di internal auditing come per il Comune di Milano fu "il compianto Giuseppe Albanese". Lo dice all'Adnkronos l'ex sindaco di Milano ed europarlamentare Gabriele Albertini, ricordando il gruppo di lavoro che venne istituito a Palazzo Marino quand'era primo cittadino, che comprendeva tre pubblici ministeri e tre dirigenti del Comune per vigilare sulla regolarità degli appalti pubblici.

"Tra questi dirigenti apicali - ricorda Albertini - c'era Giuseppe Albanese. responsabile dell'ufficio di internal auditing, con il compito di controllare gli atti amministrativi su impulso del sindaco o della giunta collegialmente, per valutare comportamenti eventualmente scorretti. Si potevano decidere verifiche improvvise, oppure, per le società controllate dal Comune, di concerto con queste ultime, verifiche sugli atti".

"Abbiamo speso in tutto sei miliardi senza mai avere alcuna contestazione", ricorda. "Questo per dire che i controlli interni prevengono gli illeciti, sono la farmacopea, mentre il tribunale è il chirurgo". Nella vicenda legata a Expo, il commissario Giuseppe Sala "è solo una vittima, non ha alcuna corresponsabilità. E' arrivato tardi".

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