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Farmaci: 2,5 tonnellate l'anno finiscono nel Po, acque milanesi nel mirino

06 giugno 2014 | 11.51
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Milano, 6 giu. (Adnkronos Salute) - C'è una farmacia che scorre e attraversa la Pianura Padana. E' il fiume Po, dove ogni anno finiscono quasi 2,5 tonnellate di medicinali di vario tipo, un terzo dei quali scaricati tra Milano e provincia. E il 'fornitore' principale del Grande Fiume è il suo affluente Lambro: attraversando l'area milanese, raccoglie residui di farmaci che aumentano di 6 volte nell'arco di un solo giorno. Sono solo alcuni risultati di un progetto condotto dall'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, presentati oggi durante un convegno nella sede di via La Masa.

La buona notizia è che l'acqua del rubinetto è sicura, garantiscono gli studiosi, e almeno per ora si può versare senza problemi nel bicchiere. A preoccupare è invece il boom nei fiumi dei cosiddetti contaminanti emergenti. Sono un'ampia famiglia di composti chimici che compongono una vera e propria 'drogheria': dai farmaci agli ormoni naturali e sintetici, dalle sostanze stupefacenti ai disinfettanti, fino a componenti di deodoranti, creme e cosmetici, composti perflorurati, elasticizzanti, caffeina e nicotina. Tal quali o sotto forma di metaboliti.

Il progetto, co-finanziato dalla Fondazione Cariplo, è stato condotto dall'Istituto diretto da Silvio Garattini in collaborazione con la società Metropolitana Milanese che gestisce nel capoluogo lombardo il Servizio idrico integrato. Gli scienziati hanno cercato i contaminanti emergenti (i cui livelli non sono ancora regolamentati o normati) sia nelle acque sotterranee della provincia di Milano, fra cui quelle potabili, sia in quelle superficiali come i fiumi. Sono state campionate le acque di prima, seconda e terza falda, le acque a monte e a valle dei 3 depuratori milanesi e quelle dei fiumi sia in ingresso che in uscita dalla città meneghina. (segue)

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