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Farmaci: Farmindustria, fusioni Big Pharma segnale positivo

19 maggio 2014 | 13.21
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Roma, 19 mag. (Adnkronos Salute) - Le numerose operazioni d'acquisto e fusione tra i colossi di Big Pharma, registrate nelle ultime settimane, "sono un segnale estremamente positivo. Danno slancio a un settore strategico e fondamentale per il rilancio dell'economia. Significa che il comparto è vivo". E' quanto afferma all'Adnkronos Salute il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi.

Per il presidente degli industriali del farmaco, la logica che sta dietro questo scenario 'in movimento' è "in parte" figlia della crisi economica. Ma i motivi principali che si celano dietro questa 'febbre da shopping' tra i colossi di Big Pharma, per Scaccabarozzi sono soprattutto "i costi e i tempi della ricerca, sempre più elevati. Oggi per sviluppare un farmaco sono necessari investimenti intorno a 1,5 mld". Ecco perché le aziende fanno 'network'. "Si cerca di dividersi i compiti", afferma il numero uno di Farmindustria, che spiega: "Ci sono piccole imprese che si occupano della prima fase della ricerca, cioè lo screening delle molecole, poi, nel momento che una molecola diventa promettente la piccola azienda, che non può sostenere costi ingenti, cede la molecola a Big Pharma che può investire pesantemente sullo sviluppo".

La parola d'ordine sembra essere sinergia. "Le singole industrie - sottolinea Scaccabarozzi - si stanno specializzando verso pochi e determinati rami della ricerca, evitando così di competere fra di loro. Una cosa positiva, perché darà alle industrie la possibilità di iperspecializzarsi, anziché concentrarsi tutte in un'unica direzione. Così non si disperdono risorse e si riesce ad essere più produttivi". (segue)

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