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Farmaci: studio Gb, più danni che benefici da cure innovative

19 febbraio 2015 | 11.29
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E' la fotografia scattata da un nuovo studio di economisti sanitari dell'Università di York (Gb). Gli esperti hanno concluso che l'autorità britannica Nice sta spendendo troppo per i nuovi medicinali, facendo "più male che bene" alla popolazione generale dei malati

Farmaci: studio Gb, più danni che benefici da cure innovative

I benefici per la salute provenienti dalla disponibilità di nuovi, costosi farmaci a carico dello Stato sarebbero di gran lunga minori rispetto ai danni provocati tagliando il finanziamento ad altri settori del servizio sanitario nazionale. E' la fotografia scattata da un nuovo studio di economisti sanitari dell'Università di York (Gb), finanziato dal Medical Research Council e dal National Institute of Health Research. Gli esperti hanno concluso che l'autorità britannica Nice sta spendendo troppo per i nuovi medicinali, facendo "più male che bene" alla popolazione generale dei malati.

Il lavoro evidenzia che in media occorrono 13.000 sterline per pagare un anno di vita in più in condizioni di buona salute (Qaly), unità di misura ampiamente utilizzata per calcolare i benefici dell'assistenza sanitaria. Tuttavia, il Nice spesso approva farmaci che costano fino a 30.000 sterline per ogni Qaly, e spesso anche di più. Si stima che ogni 10 milioni di sterline spesi all'anno per un farmaco che costa 30.000 sterline per Qaly, le persone che assumono il farmaco dovrebbero guadagnare 333 Qaly.

Tuttavia, 773 Qaly andrebbero persi a causa del trasferimento di fondi a favore dei farmaci: una perdita netta di 440 anni in buona salute. Lo studio è stato dunque in grado di determinare esattamente come il trasferimento di denaro da altre parti del sistema sanitario nazionale stia danneggiando i pazienti, anche se i ricercatori puntualizzano che un ruolo importante lo hanno anche fattori come il personale, i tagli ai servizi e i ritardi nell'ottenere i trattamenti.

"Quando si impongono dei costi sul sistema sanitario approvando un nuovo farmaco, ci si accinge ad aumentare la mortalità per cancro, malattie circolatorie e respiratorie, gastrointestinali, neurologiche e psichiatriche", commenta Karl Claxton, professore di economia all'Università di York e co-autore dello studio. Abbassare la soglia entro la quale l'autorità nazionale può approvare nuovi farmaci da 30.000 a 13.000 sterline per Qaly sarebbe secondo i ricercatori una mossa importante, che stimolerebbe l'industria farmaceutica a ridurre i prezzi e porterebbe le cure anche a migliaia di pazienti che attualmente non le ricevono.

Ma rispondendo allo studio, il direttore del Nice, Sir Andrew Dillon, sottolinea che il sistema sanitario "ha scelto di utilizzare alcuni dei suoi soldi per adottare nuove cure. La questione - precisa - è come bilanciare l'investimento in trattamenti all'avanguardia con quelli di routine. A meno che non si pensi che le aziende farmaceutiche siano disposte ad abbassare i prezzi dei loro prodotti in un modo che non ha precedenti, una soglia di 13.000 sterline per Qaly significherebbe chiudere la porta alla maggior parte dei nuovi trattamenti".

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