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Calcio: Lotito, contro criminali servono coraggio e scelte di rottura

Il presidente della Lazio: "Crea forte preoccupazione l'infiltrazione della criminalità organizzata nel mondo del calcio. Ho sempre parlato della criticità di questo ambiente, condizionato da comportamenti delinquenziali di soggetti che indossavano le vesti di tifosi"

 - INFOPHOTO
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24 gennaio 2015 | 14.06
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"Servono decisioni coraggiose e scelte di rottura. Io l'ho fatto". Claudio Lotito, presidente della Lazio, non sembra sorpreso dall'allarme lanciato dal procuratore generale facente funzioni di Roma, Antonio Marini, all'inaugurazione dell'anno giudiziario: "Crea forte preoccupazione l'infiltrazione della criminalità organizzata nel mondo del calcio", ha detto Marini accendendo i riflettori sul mondo del pallone.

"Ho sempre parlato della criticità di questo ambiente, condizionato da comportamenti delinquenziali di soggetti che indossavano le vesti di tifosi -dice Lotito all'Adnkronos-. E' importante prendere coscienza di questa realtà, è ancora più importante distinguere il tifoso dal delinquente tifoso. Tutti dobbiamo contribuire per rilanciare il sistema sportivo, la tifoseria sana deve emarginare e denunciare".

"Io -prosegue ripensando alla propria esperienza- sono consapevole di dover convivere con una serie di rischi, da quando sono entrato nel calcio ho assunto posizioni di rottura rispetto ad un sistema esistente. C'erano comportamenti noti, sulla carta d'identità si arrivava quasi a scrivere 'professione tifoso'".

"Ho fatto scelte nette, all'insegna della legalità -evidenzia-. Ma servono decisioni convinte da parte di tutti i cittadini. Io vivo in un sistema nel quale esistono processi di condizionamento a danno delle società, ma ho sempre rivendicato e continuo a rivendicare l'autonomia della gestione sportiva dei miei due club", dice allargando il discorso alla Salernitana, che milita in Lega Pro.

Gli strumenti per contrastare i comportamenti criminali non mancano. "I provvedimenti varati dal governo hanno una posto base fondamentale. Nel sistema della tifoseria bisogna distinguere le persone per bene da chi tiene comportamenti non corretti. Bisogna differenziare i tifosi dai delinquenti-tifosi", osserva.

"Non è pensabile identificare come sostenitore chi va allo stadio per commettere reati, bisogna punire e sanzionare ma è altrettanto importante educare chi si avvicina allo sport e in particolare al calcio, bisogna favorire lo sviluppo di una cultura sportiva sana", ribadisce.

Il discorso non riguarda solo la 'base' del movimento ma va esteso anche ai vertici. "Noi, come sistema calcio, siamo consapevoli dell'esistenza di rischi di contaminazioni. Per questo abbiamo messo in atto una serie di azioni per arginare questi pericoli e presto vareremo una norma: chi vorrà entrare nel calcio, dovrà fornire una documentazione che certifichi l'idoneità", spiega.

"In sostanza, si adotta il modello utilizzato per l'accesso alle gare d'appalti. In ambito calcistico, è un sistema utilizzato dalla Premier League: in Inghilterra sono previsti accertamenti preliminari, c'è una sorta di griglia d'accesso ed è giusto che sia così perché il calcio è un'attività economica che dà ampio risalto mediatico".

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