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Bielorussia, ancora proteste. L'appello: "Basta violenze"

14 agosto 2020 | 13.41
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A Minsk catene umane contro Lukashenko. Manifestanti liberati denunciano maltrattamenti. Tikhanovskaya: "Ora serve dialogo". Merkel condanna "violenza brutale, subito rilascio prigionieri"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Continuano, anche stamani, in Bielorussia le proteste contro il presidente Alexander Lukashenko, dopo che sarebbero state rilasciate molte persone che erano state arrestate durante le contestazioni dei giorni scorsi. Centinaia persone, medici e gruppi di donne, hanno formato catene umane a Minsk in segno di protesta contro il sesto mandato conquistato da Lukashenko dopo le contestate elezioni. Stamani sarebbero state rilasciate mille delle circa settemila persone arrestate durante le proteste.

Dopo le denunce di maltrattamenti, con ferite e lividi sul corpo, e dopo le denunce che circolano sui media locali e sui social riguardo le condizioni nelle celle, con poco spazio e niente cibo, il ministro degli Interni, Yury Karayev, si è scusato con la popolazione sulla tv di Stato per l'arresto di cittadini innocenti. Secondo i media locali molte persone sono state portate subito in ospedale dopo il rilascio.

"Per me e per tutti noi, la vita umana è ciò che conta di più. Bisogna fermare le violenze nelle strade delle città della Bielorussia". E' quanto afferma in un messaggio video diffuso sui social media Svetlana Tikhanovskaya, che ha sfidato Alexander Lukashenko alle presidenziali e che ha lasciato il Paese dopo i risultati del voto. Tikhanovskaya ha lanciato un appello affinché domani e domenica i sindaci delle principali città del Paese consentano lo svolgimento di proteste pacifiche. "Abbiamo sempre detto che è necessario difendere la nostra scelta con metodi legali e non violenti - ha incalzato - Le autorità hanno trasformato le manifestazioni pacifiche dei cittadini nelle strade in violenze sanguinose".

"Chiedo alle autorità di fermare" le violenze in Bielorussia e "di avviare un dialogo", ha affermato ancora Tikhanovskaya.

Angela Merkel condanna la "violenza brutale" contro i manifestanti . "La cancelliera condanna in particolare il fatto che in migliaia siano stati imprigionati semplicemente per aver preso parte a proteste pacifiche", ha detto il portavoce Steffen Seibert, chiedendo il rilascio "immediato e senza condizioni" delle persone arrestate. La cancelliera, ha aggiunto, "è sconvolta dalle notizie di maltrattamenti ai danni dei prigionieri". "Le dichiarazioni di persone torturate testimoniano purtroppo molti di questi casi - ha proseguito - E' anche assolutamente inaccettabile mostrare in televisione prigionieri maltrattati".

"Abbiamo bisogno di sanzioni aggiuntive contro coloro i quali hanno violato i valori democratici i diritti umani in Bielorussia". A sollecitare nuove misure restrittive contro la leadership di Minsk è in un tweet la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che si dice "fiduciosa che la discussione di oggi dei ministri degli Esteri della Ue dimostrerà il nostro forte sostegno per i diritti del popolo bielorusso alla democrazia ed alle libertà fondamentali".

Ci sono 6 Paesi europei - Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Danimarca e Repubblica Ceca - che hanno firmato un comunicato proposto da Tallinn sollecitando sanzioni contro la Bielorussia per la violenta repressione dei manifestanti che protestavano contro l'esito del voto di domenica. "Chiediamo di discutere del sostegno alla società civile in Bielorussia e la possibilità di imporre misure restrittive contro i responsabili delle violazioni dei diritti umani nel Paese", si legge nel testo, preparato in occasione della riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dell'Ue in corso in queste ore in videoconferenza.

Favorevole alle sanzioni anche la Germania: prima dell'inizio del Cae, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha sottolineato la necessità che l'Ue "aumenti la pressione sulla Bielorussia: i risultati devono essere rivisti e i responsabili della repressione sanzionati".

Spagna, Francia e Italia stanno invece mantenendo un profilo più basso e non parlano esplicitamente di sanzioni, sollecitate questa mattina in un tweet anche dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

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