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Rigopiano, Gentiloni: "E' stato fatto il possibile"

25 gennaio 2017 | 11.01
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Rigopiano, Gentiloni:

"Dall'aula del Senato deve venire, forte e unanime, un sentimento di cordoglio e compassione per le vittime di queste difficili e drammatiche giornate". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni aprendo l'informativa in Senato sull'emergenza terremoto e maltempo. "Dobbiamo esprimere riconoscenza per le persone che si prodigano per salvare vite e ridurre disagi", ha continuato il presidente del Consiglio, ricordando in particolare le vittime dell'incidente dell'elicottero a Campo Felice: "Siamo orgogliosi dei soccoritori, sono cittadini italiani esemplari".

"Il governo non teme la verità, ma la verità serve a fare meglio non ad avvelenare i pozzi - ha spiegato il premier -. Io condivido la ricerca della verità, ma non condivido una certa voglia, che vedo serpeggiare, di capri espiatori. La giustizia e la storia sono leste a trasformare i giustizieri in capri espiatori, è bene che responsabilmente tutti ne tenessimo conto". "Ci sono stati ritardi o malfunzionamenti? Ci sono responsabilità per l'hotel Rigopiano? Saranno le inchieste a chiarire", puntualizza ancora Gentiloni.

Nelle operazioni di soccorso all'hotel Rigopiano "ogni sforzo possibile, umano, organizzativo, tecnico, è stato fatto per cercare di salvare vite umane e individuare i dispersi. Sforzi ancora in corso". "Abbiamo una protezione civile all'avanguardia. La Protezione civile non è di destra o sinistra, di questo o quel governo. E' patrimonio italiano che dobbiamo tenerci stretto", ha continuato.

La slavina che ha travolto l'hotel è arrivata "al culmine di una concatenazione di eventi naturali senza precedenti", ha affermato ancora il premier, ricostruendo gli eventi che hanno portato alla tragedia del Rigopiano: "Il primo avviso della Protezione civile è di domenica 15 gennaio, c'è stata una nevicata di una intensità eccezionale, in particolare tra il 16 e il 19 gennaio. La stazione di Campotosto il 15 sera registrava 30cm di neve, il 18 sera erano 239cm. Oltre due metri in quel lasso di tempo. A Farindola ci sono stati oltre 2mt di neve in 72 ore. Si è trattato di precipitazioni eccezionali".

Il 19 gennaio, momento di picco della crisi tra maltempo e terremoto, ha poi sottolineato il premier, erano "177mila le utenze non allacciate, oggi ne sono rimaste solo alcune centinaia nel teramano: è giusto a livello di governo verificare quanto abbiano inciso le circostanze eccezionali e quanto i problemi generali di manutenzione".

Per quanto riguarda le dighe e il temuto 'effetto Vajont', Gentiloni ha assicurato su come siano state "ripetutamente verificate negli ultimi giorni".

"Il ministro Delrio, in una riunione, ha asseverato lo strato dei rischi, in particolare dell'impianto di Campotosto, per evitare e prevenire rischi e evitare diffondersi di voci incontrollate su rischi esagerati", ha spiegato il premier.

"La prossima settimana vareremo un decreto, ma nessuno immagini che sia un tornare indietro: sarà un passo avanti mirato a prevenire l'accumolo di ritardi, che non ci sono stati, ma che possono verificarsi", ha poi detto Gentiloni a proposito del provvedimento sui poteri del commissario alla ricostruzione e della Protezione civile.

"Le risorse ci sono, 4mld nella Legge di bilancio e altri ce ne saranno, come ho anticipato personalmente al presidente della Commissione europea Juncker

L'aula del Senato ha accolto con un applauso la manifestazione di solidarietà, commozione e vicinanza alle popolazioni colpite dal maltempo e dal terremoto con cui il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha esordito nella sua informativa.

L'assemblea, presieduta da Linda Lanzillotta, si è alzata in piedi, e tutti i gruppi hanno osservato un minuto di silenzio. Si sono levati in piedi anche i membri del governo presenti, Costa, Boschi, Galletti, Delrio, Finocchiaro, Martina, Poletti, Fedeli e i sottosegretari.

"Passata la paura, la disgrazia si trasforma in occasione per più larghe ingiustizie". Sono le parole dello scrittore abruzzese Ignazio Silone (testimone, quindicenne, del tragico sisma del 1915 nella Marsica) che il presidente del Consiglio ha poi citato in chiusura della sua informativa a palazzo Madama per assicurare, al contrario: "Questo non è un destino. E' nelle nostre mani evitare che passata la disgrazia questa si trasformi in ulteriori ingiustizie".

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