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Lo scontro sui vaccini

23 giugno 2018 | 08.19
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(Foto Fotogramma/Afp)
(Foto Fotogramma/Afp)

"Ritengo che 10 vaccini obbligatori sono inutili e in parecchi casi dannosi e pericolosi". Una dichiarazione, quella di Matteo Salvini, che provoca uno scontro nel governo giallo-verde. "Sui vaccini - ha aggiunto il ministro dell'Interno - garantisco l'impegno già preso in campagna elettorale di permettere a tutti i bimbi di entrare in classe. Ma siamo in due al governo, c'è un'alleanza con il M5S e sto ragionando con il ministro della Salute Grillo".

Ma l'altolà della titolare del dicastero di competenza arriva subito e netto: "Prenderemo le decisioni opportune in accordo con gli alleati di governo" dice Giulia Grillo aggiungendo subito dopo che "chiaramente si tratta di un tema che deve essere discusso anzitutto dal ministero della Salute". E poi ha sottolineato: "Tutte le polemiche sono solo strumentali e finalizzate a creare un circo mediatico che a me non interessa alimentare". "Voglio ribadire ancora una volta - ha proseguito il ministro - e non mi stancherò mai di ripeterlo, che i vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria. E che in discussione a livello politico sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione". "Ci fa piacere - ha aggiunto - che il ministro degli Interni si interessi di un tema così importante, così come il ministro dell'Istruzione. Voglio solo precisare che l'obbligatorietà è un argomento politico, che ha a che fare con una strategia di tipo politico. Ma le valutazioni di tipo scientifico - ha concluso - non competono alla politica".

Ecco arrivare la replica di Salvini al ministro Grillo: "Sua è la competenza sui vaccini, condivido il suo pensiero, a questo ci atterremo e al contratto di governo". "Anche a me, da papà e da ministro - ha aggiunto -, sta a cuore la salute dei bambini e che a tutti sia garantito l'accesso al nido, alla scuola dell'infanzia e alle classi successive. Con tanti medici condivido l'idea che sia meglio educare ai vaccini piuttosto che obbligare. Ci stiamo lavorando, l'importante - ha concluso - è che a settembre tutti i bambini possano entrare in classe".

A frenare anche il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio ha spiegato: "Il contratto parla chiarissimo: noi vogliamo rivedere il decreto Lorenzin ma nel senso semplicemente di poter assicurare comunque una tutela vaccinale alle persone e soprattutto ai bambini. Poi - ha aggiunto - ognuno ha la sua opinione sui vaccini. Voi conoscete la nostra".

Fra chi ha commentato le parole di Salvini c'è anche il medico e divulgatore scientifico Roberto Burioni. "No, ministro Salvini. Dieci vaccini - ha scritto in un tweet poi rilanciato dall'ex premier Renzi - non sono inutili e tantomeno dannosi, anzi proteggono anche lei, i suoi figli e i suoi elettori. Questa è una bugia pericolosissima; se la dice chi ha la responsabilità della sicurezza del mio paese è cosa molto preoccupante. Quelli che riporto io - ha sottolineato - sono fatti, suffragati da dati scientifici solidissimi". Anche in questo caso, a stretto giro è arrivata la replica di Salvini: "Io ho vaccinato i miei figli - ha spiegato - Alcuni vaccini salvano la vita, dieci vaccini per alcuni bambini sono inutili ed alcuni pericolosi; quindi non sono un 'No Vax' e ci sono tante reazioni avverse documentate. Burioni si confronti con altri colleghi medici che pensano l'esatto contrario suo", ha dichiarato. "Io ritengo che la salute dei bambini spetti alla mamma ed al papà - ha aggiunto Salvini - e quindi alcuni vaccini sono fondamentali; troppi vaccini rischiano di far male. Nessun bambino può essere escluso dalla scuola e dall'asilo. Su questo c'è un programma nella Lega, questo c'è nel contratto di governo". "Poi tra professori si confrontino per carità di Dio. Io i miei figli li ho vaccinati - ha ribadito Salvini - grazie a Dio va tutto bene. Dal morbillo ci si deve salvare, altri vaccini mi sembrano assolutamente superflui".

"Nel caso in cui si fermassero i programmi vaccinali, le malattie prevenibili con i vaccini tornerebbero", fa notare dal canto suo l'Istituto superiore di Sanità, riprendendo in una nota le affermazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità. "Anche se un'igiene migliore, il lavaggio delle mani e l'acqua pulita contribuiscono a proteggere dalle malattie infettive, queste malattie - ricorda l'Istituto presieduto da Walter Ricciardi - si possono diffondere indipendentemente dal livello di igiene. Se le persone non si vaccinassero, in breve tempo - avverte - comparirebbero di nuovo malattie diventate poco frequenti, come la difterite, la pertosse, il morbillo, la parotite".

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