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Dl Genova è legge, bagarre in Aula

15 novembre 2018 | 11.32
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Tre mesi dopo il crollo del ponte Morandi, il Senato approva in via definitiva il decreto Genova, che incassa 167 voti a favore, 49 no e 53 astensioni. In Aula il clima si è subito acceso durante le dichiarazioni di voto con le opposizioni che hanno accusato il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, di non prestare attenzione ai vari interventi, tanto da chiedere l'intervento della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. "La pregherei di ascoltare perché dicono che sta sempre al telefono", ha affermato la seconda carica dello Stato rivolgendosi all'esponente dell'esecutivo.

Le contestazioni sono poi proseguite durante la dichiarazione del senatore M5S Agostino Santillo, tanto che Casellati è stata costretta a sospendere per alcuni minuti la seduta. "Mi dicono che abbia gesticolato in maniera non troppo commendevole per un ministro - ha osservato ancora Casellati, rivolgendosi a Toninelli -. Devo riprendere alcuni atteggiamenti che non sono commendevoli, che non possono essere riprodotti in quest'Aula, per il rispetto delle Istituzioni e la dignità di quest'Aula". "Avrei immaginato un'Aula diversa al di là delle posizioni che possono essere differenti - ha infine rimarcato la presidente del Senato, che al termine della seduta ha accolto la richiesta el capogruppo dem Marcucci, invitando l'Aula a osservare un minuto di silenzio -. I 43 morti pesano su tutte le coscienze nostre".

Anche la capogruppo di Fi, Anna Maria Bernini ha contestato l'esponente del governo per "aver sollevato il pugno durante la votazione, parlato al telefonino e masticato la gomma americana durante le dichiarazioni di voto. E di "atti offensivi del ministro Toninelli e della ministra Lezzi", ha parlato anche il capogruppo del Pd, Andrea Marcucci, chiedendo a Casellati "di chiudere con dignità questa seduta con un minuto di silenzio per i morti di Genova"

Dal canto suo, Toninelli si è difeso, parlando di "gioia ed esultanza perché la meravigliosa città di Genova non solo si rialzerà ed è stata in ginocchio per un evento che doveva e poteva essere evitato". "Magari - ha affermato il ministro - c'è qualche responsabile in quest'Aula che ha permesso a società autostradali di ingrassare enormemente le proprie finanze. Non replicherò a coloro che mi hanno attaccato personalmente, perché uno è stato già mandato a casa dagli italiani e l'altro in Liguria ha lasciato semplicemente un rinvio a giudizio per spese pazze e peculato".

E mentre il premier Giuseppe Conte ha espresso la propria soddisfazione su Twitter: "Avevo promesso che non avrei mai abbandonato la città in ginocchio. Il governo è al vostro fianco, Genova si rialza", 10 senatori M5S non hanno partecipato alla votazione. Si tratta di Vittoria Bogo Deledda, Alfonso Ciampolillo, Saverio De Bonis, Gregorio De Falco, Luigi Di Marzio, Elena Fattori, Mario Michele Giarrusso, Cinzia Leone, Paola Nugnes e Mario Turco. Tra questi, stando ai tabulati del Senato, risultano in congedo Bogo Deledda, Fattori (la senatrice ha spiegato di essere malata ma che non avrebbe in ogni caso partecipato al voto in dissenso dal gruppo) e Giarrusso (anche lui malato). L'assenza di Turco è dovuta invece "a motivi di salute": "Un dolore lancinante alla schiena - ha spiegato all'Adnkronos - mi ha impedito di essere presente in Aula. Altrimenti avrei votato a favore del decreto. Fino a quando ho potuto ho votato. Il dolore non mi ha permesso di completare la seduta". Risulta in congedo anche Di Marzio. "Altrimenti - dice il senatore, contattato telefonicamente dall'Adnkronos - avrei votato il decreto".

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