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Legge editoria a settembre, l'annuncio di Conte

25 marzo 2019 | 10.08
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Il premier apre gli Stati generali al fianco del sottosegretario Vito Crimi e scandisce la tabella di marcia

(foto Adnkronos /Cristiano Camera)
(foto Adnkronos /Cristiano Camera)

Un "percorso condiviso", che da voce alla "necessità di una riflessione comune" per la riforma del settore dell'editoria. A indicare la strada il premier Giuseppe Conte, aprendo gli Stati generali dell’editoria al fianco del sottosegretario Vito Crimi e scandendo la tabella di marcia. Che porterà "a settembre ad avere i testi di legge che potremo considerare definitivi della posizione del governo". Quattro le macroaree di discussione indicate da Conte: le agenzie, i giornalisti, l’editoria a 360 gradi, il mercato e i cittadini. Agli addetti ai lavori l’invito a fare la loro parte, "sarete tutti coinvolti", al governo il compito di "impostare una riforma del settore di cui si parla da anni ma che da anni non se ne fa nulla", per riformare un "Settore delicato e fondamentale per il funzionamento della democrazia".

"Sarà un percorso anche impegnativo, perché Crimi lo ha concepito in modo articolato, ma vi possiamo assicurare che sarà inclusivo - ribadisce a più riprese il premier - sarete chiamati a esprimere le vostre proposte, a offrire spunti di riflessioni così da offrire al governo la possibilità di intervenire in piena avvedutezza. E' fondamentale confrontarsi con gli stockholders, non c'è nulla di peggio che pensare di chiudersi da qualche parte, anche nel posto più bello o a Chigi, per elaborare una proposta di riforma senza conoscere le esigenze degli operatori”.

Al governo il compito di individuare la "strada per perseguire al meglio l’interesse della collettività". "Saranno molte le aree interessate", indica ancora il premier snocciolandone alcune "dalla tutela delle fonti alle querele pretestuose, al tema dell’equo compenso", e sottolineando come gli "interessi in gioco siano di pari rango costituzionale", il che "impone di procedere con cautela".

Dunque gli appuntamenti che segneranno il percorso di riforma: gli Stati generali dell’editoria, dopo il primo appuntamento di oggi, si riaggiorneranno "a giugno, poi ci sarà un terzo appuntamento a luglio, in cui verrano presentate le sintesi proposte, infine l’ultimo appuntamento a settembre con i testi di legge che potremo considerare definitivi della posizione del governo. Non vogliamo stravolgere alcunché, ma migliorare il sistema dell’informazione con il vostro aiuto".

Con gli Stati generali dell'editoria, aggiunge Conte, "vogliamo raggiungere l'obiettivo di avere un sistema dell'informazione e dell'editoria nuovo, efficiente, equo e libero. Non vogliamo stravolgere alcunché ma migliorare il sistema con il vostro aiuto".

"Un problema molto attuale - ha aggiunto il premier - è quello dell'informazione che viene veicolata attraverso i social, per voi si tratta di disinformazione, per molti cittadini è la reale informazione, c'è una dialettica aperta. Si ragiona di disintermediazione", ma quello dei social "è sicuramente un medium ulteriore che sta acquisendo una sempre maggiore rilevanza e che pone tanti problemi". Conte si è soffermato anche sull'aspetto della "semplificazione del linguaggio" legata ai social, sottolineando come nel mondo anglosassone da tempo si ragioni sul "linguaggio dell'odio". Ma quella dei social network è, nei fatti, una realtà "che non potete trascurare - rimarca il premier - perché dai social c’è un accesso diretto all'informazione, che poi può essere commentata. Parliamo senza nasconderci - aggiunge - se oggi sulle pagine Fb di un qualsiasi politico c'è una diretta, poi sui giornali dell'indomani quelle dirette vengono commentate e talvolta restituite in maniera totalmente stravolta, come è giusto che sia. Va tutelata la libertà di commentare e criticare, ma è chiaro che l'accesso all'informazione diretta pone un problema anche per voi".

Gli Stati generali dell'editoria vogliono essere "un momento in cui tendere la mano per cercare insieme delle soluzioni su un settore che è in crisi: gli interventi che il settore ha ricevuto in passato non hanno contribuito a superare la crisi, ma noi non vogliamo guardare al passato ma al futuro", il commento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria, Vito Crimi.

Il sottosegretario ha citato la situazione di "equilibrio di Nash nella teoria dei giochi, in cui nessun giocatore ha un vantaggio nell'adottare una mossa". E dallo stallo si esce solo "cercando insieme una strategia". La giornata inaugurale di oggi degli Stati dell'editoria "è solo un taglio del nastro, il percorso sarà partecipato e condiviso: tutti avranno la possibilità di essere coinvolti. Non saranno più solo i soliti soggetti a intervenire perché oggi serve una visione più ampia. Oggi ci sono le nuove professioni, ci sono i social, ci sono i nuovi strumenti di disintermediazione di cui bisogna prendere atto".

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